Camorra
Sequestrati beni per 5 mln a faccendiere vicino ai casalesi
Imprese a Riccione e villa a Rimini. L'uomo è in carcere dal 2011
Roma, 27 nov. (askanews) - Il Centro operativo Dia di Napoli, congiuntamente alla Sezione operativa Dia di Bologna, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni per circa 5 milioni di euro nei confronti di Flavio Pelliccioni, imprenditore 59enne riminese in carcere dal dicembre 2011, ritenuto un intermediatore finanziario e faccendiere affiliato clan camorristico "dei casalesi".
Il sequestro prende le mosse da articolati accertamenti patrimoniali eseguiti sul conto di Pelliccioni e del suo nucleo familiare, è stato emanato, su proposta del direttore della Dia, dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il quale, nel tempo (agosto-novembre 2015), ha emesso più provvedimenti di sequestro finalizzati alla confisca. Quello in questione riguarda quote sociali di due imprese a Riccione, impegnate nel settore turistico (Beach Paradise di Pelliccioni Flavio e C. S.A.S. e Beach Cafè S.r.l.), e di una villa a Rimini con piscina e campo da tennis, immersa nel verde, ben recintata con illuminazione notturna, per un valore stimato complessivamente in oltre cinque milioni di euro.
Nel dicembre 2011 Pelliccioni venne arrestato dalla Dia di Napoli in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di 57 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante corruzioni e/o concussioni elettorali, truffa ai danni dello stato, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di illecita provenienza ed altro, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan "dei casalesi".
L'indagine svelò gli intrecci patogeni tra il ceto politico di Casal di Principe e l'ala militare e imprenditoriale del clan, fazione Schiavone e Bidognetti.
Pelliccioni infatti, in qualità di intermediatore finanziario e faccendiere partecipava da esterno all'organizzazione camorristica, fornendo un contributo stabile nel settore della acquisizione e della gestione degli appalti e, più in generale, delle attività di reinvestimento del sodalizio.
In particolare, lo stesso perseguiva la realizzazione di un articolato disegno criminoso volto a procurare garanzie finanziarie ad un imprenditore della prefata consorteria, Nicola Di Caterino, coinvolto nelle vicende relative alla realizzazione dell'erigendo centro commerciale "Il Principe" in Madonna di Briano, frazione del comune di Casal di Principe (Caserta).
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