Riforme
Sipario su maratona Senato sulle riforme, Renzi: ho i numeri
Martedì disco verde finale, poi torna alla Camera. Nel 2016 nuovo ok Parlamento e poi referendum
Roma, 9 ott. (askanews) - Riforme/ ##Riforme, chiusa maratona voti ddl Boschi, Renzi: ho i numeri
Maggioranza tiene su voti segreti. Martedì il voto finale
Roma, 9 ott. (askanews) - Il Senato conclude con un anticipo di
due giorni la maratona di votazioni sul ddl Boschi e Matteo Renzi
può festeggiare per aver dimostrato di avere i numeri necessari
per condurre in porto la sua riforma costituzionale.
Il voto finale arriverà solo martedì pomeriggio, come previsto
all'inizio della lunga battaglia parlamentare su cui pesavano ben
85 milioni di emendamenti. Intanto si sono concluse oggi le
votazioni sugli articoli. Approdato in Aula senza il relatore il
17 settembre il ddl ha superato indenne decine di votazioni a
scrutinio segreto anche se in alcuni casi, come oggi quando la
maggioranza è scesa fino a 142 voti, molto al di sotto della
maggioranza assoluta, il supporto del gruppo di Verdini si è
dimostrato molto utile anche se non determinante visto che
dall'altra parte le opposizioni divise non sono riuscite a
rappresentare un vero pericolo. L'intesa raggiunta nel Pd su
alcune modifiche, tra le quali quella approvata oggi che
stabilisce tempi certi per la legge elettorale per il nuovo
Senato, ha assicurato infatti alla maggioranza di poter andare
avanti anche da sola. Ecco perchè il premier-segretario, che in
alcune fasi particolarmemte delicate non ha fatto mancare il suo
intervento diretto oggi può dire: "Dicevano 'Le riforme si
fermeranno, il Governo non ha i numeri'. Visto come è andata?".
La riforma poi dovrà tornare alla Camera per ottenere l'ok alle modifiche introdotte a Palazzo Madama ma solo su cinque articoli. E concluse le due votazione in entrambe le Camere, a non meno di tre mesi dal voto di martedì prossimo come previsto dalla Costituzione, il ddl sarà sottoposto al referendum confermativo presumibilmente nell'autunno del 2016.
La partita ora si sposta sulla legge ordinaria per eleggere i nuovi senatori-consiglieri già foriera di possibili divergenze dentro il Pd, la minoranza sta già ragionando sulle possibili varianti e insisterà perchè ci siano le preferenze o i collegi.
Gli occhi sono puntati ovviamente sulle prime grandi regioni che andranno al voto Sicilia, Lazio e Lombardia. Le più piccole infatti eleggeranno al massimo due senatori di cui uno sarà un sindaco.
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