L'INDAGINE
Sordi a 30 anni
Troppi decibel rovinano l'udito
Da un’indagine sul rumore e sulle sue conseguenze per la salute, condotta in tutto il mondo da GfK Eurisko per conto di Amplifon, è risultato che New York e Los Angeles sono le città più a rischio, ma al terzo e al quarto posto troviamo due città italiane: Napoli e Roma. L’indagine ha tenuto conto del rumore dei trasporti pubblici, del tono della conversazione tra persone e dei suoni di sottofondo (radio, televisori, computer e telefonini). Gli esperti sono concordi nel sostenere che troppi decibel a lungo andare riducono la percezione uditiva e aumentano i disturbi dell’umore, con mal di testa, insonnia, difficoltà di concentrazione e problemi cardiocircolatori. «Più vulnerabili al rumore sono i giovani - fa presente Giancarlo Cianfrone, dell’università La Sapienza di Roma - esposti per ore con le cuffie o in discoteca a musiche ad alto volume, ma anche gli anziani rischiano se per tenere sotto controllo malattie croniche assumono farmaci nocivi per l’apparato uditivo». Si stima che siano 5 milioni e mezzo gli italiani con problemi di udito, lievi o moderate ipoacusie che un tempo erano legato soltanto all’età (e si manifestavano come conseguenza naturale dopo i 60 anni), ma oggi si presentano molto prima, anche in individui di 30-40 anni. Il 70% di coloro che hanno difficoltà nel sentire, comunque, non affronta con tempestività il problema, con conseguenze molto gravi (calo dell’autostima, depressione e ansia). I danni maggiori si verificano nei bambini. In Italia quelli con difetto di udito dalla nascita sono 60mila e sette, ottomila avrebbero bisogno di un’assistenza scolastica particolare, poiché si corre il rischio che questi bambini vengano isolati. Da qui l’importanza di una diagnosi precoce, da affettuare al primo sospetto. (Lombardia Oggi)
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