MILANO
Stilista impiccata: Corte, un suicidio e stalking inesistente
(ANSA) - MILANO, 16 NOV - Le "prove raccolte si dirigono
tutte, senza eccezioni, verso l'atto anti-conservativo", ossia
il suicidio, e la presunta "persecuzione" da parte del compagno,
di cui si parla nella sentenza di primo grado basata su
"illazioni", è "inesistente". Lo scrive la Corte d'Assise
d'appello di Milano nelle motivazioni del verdetto, sul caso
della morte della stilista Carlotta Benusiglio, con cui, lo
scorso 11 ottobre, è stato assolto Marco Venturi, con la formula
"perché il fatto non sussiste", da tutte le imputazioni, da
quella originariamente contestata di omicidio volontario ma pure
da quella di "morte come conseguenza di altro reato", ovvero di
stalking, come era stata riqualificata.
La 37enne fu trovata impiccata con una sciarpa ad un albero
nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio
2016. Sul caso, rimasto un giallo per anni, nel giugno 2022 era
arrivato il primo verdetto: il gup Raffaella Mascarino aveva
deciso che non si era trattato di un omicidio, ma che la morte,
suicidio o un atto dimostrativo finito in tragedia, per il gup,
era stata causata dall'ex compagno, che avrebbe sottoposto
Benusiglio per due anni a vessazioni, fisiche e psicologiche, e
minacce. Da qui la condanna a 6 anni per morte come conseguenza
di condotte persecutorie. Condanna, poi, cancellata in secondo
grado per il 47enne, difeso dal legale Andrea Belotti.
La Corte (presidente Ivana Caputo) spazza via con parole
nette, in 175 pagine di motivazioni, l'ipotesi dell'omicidio,
sempre sostenuta, invece, dalla famiglia della stilista coi
legali Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, ma anche
l'accusa di stalking a carico dell'ex compagno.
Neppure dalle "informazioni più interessatamente
'colpevoliste'", scrive la Corte, è "possibile desumere che
Carlotta Benusiglio fosse persona 'succube' al volere altrui, né
di Marco Venturi, né degli altri con cui, in concomitanza
temporale, intratteneva relazioni". Per i giudici, i due
trascorsero assieme "volontariamente e consensualmente" quella
nottata, in giro per locali, "culminata con un litigio di
coppia", uno dei tanti, e poi col suicidio della donna. (ANSA).
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