LA PROTESTA
Stop all'inceneritore
Ambientalisti, cittadini e gruppi politici di fronte al Comune con cartelli e striscioni: chiedono la "retrocessione" dell'impianto Accam
Nello stesso giorno in cui la Pro Patria chiede la riammissione in Lega Pro, i comitati ambientalisti invocano la retrocessione di Accam. Retrocessione dall’appena raggiunto livello di R1 dell’inceneritore – che permetterebbe di ricevere rifiuti da fuori regione e di essere a servizio del governo per ogni emergenza – alla vecchia categoria D10, per tornare a svolgere la funzione di sempre finché l’impianto non si spegnerà. Sono una cinquantina (non pochi, visto il periodo vacanziero) a rispondere all’appello della manifestazione davanti al Comune, subito accusato dall’assessore all’ecologia gallaratese Cinzia Colombo di «avere, assieme al Cda dell’azienda, commesso il grave fatto di avallare l’iter di riclassificazione e l’ancor più grave scelta di non informare gli altri soci, che in maggioranza avevano deciso di imboccare una strada opposta». Comunque «l’assessore regionale Claudia Terzi è stata chiara sulla possibilità di tornare indietro, così come il presidente Emilio Cremona ha preso l’impegno di seguire l’indirizzo dell’assemblea», tanto che a Gallarate il suo partito Sel ha già protocollato una mozione in tal senso.
I manifestanti posizionano striscioni, contro «la ricerca disperata di rifiuti» e per sostenere la volontà di «liberarci dalle nocività». Una cassa spara musica, poi diffonde le parole dei portavoce dei vari gruppi. Vengono distribuiti i volantini che spiegano la situazione, c’è anche quello del leader dei comitati Oreste Magni che si rivolge ai dipendenti dell’impianto, «che sono i nostri primi alleati», mentre Mario Gobbi del gruppo No terza pista Vanzaghello auspica che «mai nessuno venga a teorizzare che la questione va affrontata pensando al lavoro, perché non si reintroduce la pena di morte per dare occupazione ai boia». Non manca Adriano Landoni, della frangia borsanese degli anti-Accam, secondo cui «il punto è sollecitare i sindaci a chiedere la declassificazione».
Dal fronte politico cittadino, spunta anche Walter Picco Bellazzi, capogruppo del Pd in consiglio comunale: «Doveroso esserci per capire e agire».
Secondo Alberto Lucchese, voce dei 5 Stelle schierati pure loro in buon numero, «le scelte dei sindaci di Accam sono state palesemente trascurate e Farioli non può rispondere tutte le volte a modo suo, dicendo tanto per non dire niente». E annunciano: «Questo è solo l’inizio della nuova battaglia perché non siamo contro l’azienda ma contro l’inquinamento».
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