Sudafrica
Sudafrica, indebolito e spaccato, l'Anc elegge il nuovo leader
Al via sabato il congresso per decidere tra Ramaphosa e Dlamini Zuma
Johannesburg, 14 dic. (askanews) - L'African National Congress (Anc) si riunirà da sabato prossimo a mercoledì 20 dicembre per eleggere il successore di Jacob Zuma alla guida del partito di governo in Sudafrica, dopo mesi di feroce duello tra l'attuale vicepresidente Cyril Ramaphosa, ex sindacalista oggi ricchissimo uomo di affari, e l'ex presidente della Commissione dell'Unione africana, ed ex moglie di Zuma, Nkosazana Dlamini Zuma. Il nuovo leader sarà molto probabilmente il prossimo presidente del Sudafrica, anche se l'Anc ha perso gran parte della sua popolarità e sta attraversando la crisi più grave dalla storica vittoria elettorale del 1994 con Nensol Mandela.
Quasi un quarto di secolo dopo la fine dell'apartheid, la perdurante crisi economica e le ripetute accuse di corruzione mosse contro il governo guidato da Zuma potrebbero far perdere all'Anc la maggioranza assoluta alle prossime elezioni del 2019.
Jacob Zuma lascerà la guida del partito alla chiusura dei lavori del congresso, ma rimarrà alla testa del Paese fino al voto, se non deciderà di dimettersi o se il partito non deciderà di espellerlo. Lo scontro tra Ramaphosa e Dlamini Zuma potrebbe infatti spaccare il partito e il congresso assumere toni velenosi, tanto da costringere i due candidati, già nei loro ultimi interventi pubblici, a lanciare un appello all'unità.
"Questo è un processo democratico, non una battaglia tra nemici", ha detto Dlamini Zuma, mentre Ramaphosa ha sottolineato che "il partito deve rimanere al fianco di chiunque venga eletto".
Sostenuto dall'ala moderata dell'Anc e apprezzato dai mercati, Ramaphosa, 65 anni, si presenta come il leader capace di rilanciare la crescita economica e l'occupazione. Nei suoi interventi, l'attuale vicepresidente ha denunciato i "fallimenti" e la corruzione del clan Zuma. Da parte sua, Ndlamini Zuma, 68 anni, ha rilanciato lo slogan dell'ex marito per la "trasformazione radicale dell'economia" a favore della maggioranza nera del Paese, accusando il suo avversario di essere il "candidato dei borghesi". Ma i suoi detrattori hanno ricordato come la politica di Zuma abbia già fallito e sospettano che Dlamini Zuma abbia promesso l'immunità all'ex marito, sotto inchiesta per corruzione. La coppia ha avuto quattro figli prima di divorziare nel 1998.
Dopo mesi di lotta, il loro duello si annuncia molto, molto stretto. "La posta in gioco è alta e i due candidati sono vicini", ha riassunto alla France presse Amanda Gouws, professore di Scienze politiche all'Università di Stellenbosch. "O emerge un nuovo presidente (Ramaphosa) che è in grado di stabilizzare il Paese e di fare qualcosa per fermare il suo declino economico e politico, o si avrà la continuazione di quanto già conosciamo", ha aggiunto.
Al termine di un processo elettorale molto complesso, segnato da molte contestazioni, il vicepresidente si presenta al congresso con un ristretto margine di vantaggio rispetto all'ex presidente Ua, in termini di voti da parte delle sedi locali del partito.
Tuttavia si tratta di un vantaggio simbolico, dal momento che i 5.200 elettori dell'Anc non sono tenuti a votare per il candidato scelto dalle loro province. E da settimane si rincorrono accuse di manipolazione e frodi. "Se il processo è stato finora oggetto di numerose azioni legali, altrettanto avverrà alla conferenza", ha previsto l'analista Ralph Mathegka.
Secondo Gouws, migliaia di delegati di partito potrebbero vedersi offrire tangenti per il loro voto: "E' un segreto di pulcinella dentro l'Anc che i voti possono essere comprati. Questo non prospetta nulla di buono.
Zuma teme molto di essere portato a processo una volta lasciata la presidenza, se non dovesse vincere Dlamini-Zuma, per questo sta facendo di tutto perchè vinca".
Oltre ai due favoriti ci sono altri cinque candidati alla leadership del partito: sebbene le loro opportunità di vincere siano minime, il loro sostegno a Ramaphosa o a Dlamini Zuma potrebbe risultare determinante. Secondo i sondaggi diffusi nelle ultime settimane e stando al giudizio degli analisti, l'attuale vicepresidente potrebbe garantire all'Anc di mantenere la maggioranza assoluta alle elezioni del 2019. Se dovesse perdere la battaglia per il controllo del partito, molti temono che l'Anc possa invece spaccarsi: "La scelta della conferenza determinerà probabilmente se l'Anc avrà ancora la possibilità di vincere nel 2019", ha dichiarato Susan Booysen, dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg. "Le due principali fazioni sono così distanti che non vedo come possano coesistere in futuro - ha aggiunto - dovesse esserci una scissione, questo potrebbe portare l'Anc sotto il 50% dei voti (alle elezioni) e decidere se l'Anc rimarrà al potere". (fonte Afp)
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