IL PROCESSO
Tangenti AgustaWestland: dall’India “mezza verità”
La documentazione del governo di Nuova Deli ammessa agli atti nel processo bis a Orsi e Spagnolini
Sì all’ingresso negli atti di una parte dei documenti messi a disposizione dalle autorità indiane e, in particolare, a quelli ritenuti “indispensabili ai fini della decisione” e “rilevanti“, e no all’acquisizione, invece, di altre carte tra cui le relazioni di polizia dell’India.
Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano nel processo d’appello bis con al centro l’accusa di corruzione internazionale a carico degli ex vertici di Finmeccanica e AgustaWestland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, per presunte tangenti che sarebbero state versate a pubblici ufficiali indiani per far ottenere ad AgustaWestland una commessa da 556 milioni di euro per dodici elicotteri.
Com’era emerso nella scorsa udienza, infatti, l’India ha deciso nelle scorse settimane di mettere a disposizione della magistratura italiana una grossa mole di documenti e nel frattempo le stesse autorità giudiziarie indiane, che da circa due anni stanno indagando anche loro sul presunto caso di corruzione, hanno anche dato esecuzione, lo scorso agosto, ad una rogatoria richiesta dalla Procura di Busto Arsizio nel 2013, inviando una serie di atti sulle «procedure del bando di gara».
I giudici della Terza sezione penale d’appello oggi, lunedì 13 novembre, dopo una lunga discussione delle parti, hanno deciso di accogliere in parte le richieste della Procura generale e del legale di parte civile, che rappresenta il Ministero della Difesa indiano, facendo entrare negli atti una parte della documentazione indiana e, in particolare, le carte sulle transazioni bancarie, quelle sulla gara per la fornitura degli elicotteri.
Hanno detto no, però, agli atti di polizia indiani e anche alla richiesta della Procura generale di sentire in aula un investigatore indiano.
Articolo sulla Prealpina di martedì 14 novembre.
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