LA PROPOSTA
Tassa di soggiorno. Ma non solo
Lettera di Amici della Terra al sindaco: «Serve una rete coi Comuni limitrofi»
La tassa di soggiorno? Buona idea. Che andrebbe però attuata su scala più ampia di quella cittadina.
Questo il suggerimento che Arturo Bortoluzzi, presidente dell’associazione ambientalista “Amici della Terra”, ha rivolto al sindaco in una lettera.
La premessa è appunto che la tassa di soggiorno può essere un valido strumento per incamerare risorse da destinare a progetti d eventi sul fronte della valorizzazione del turismo.
Non è un tabù dunque il “balzello” se serve a migliorare il territorio e le sue attrazioni.
Il problema è di “confini”.
Vanno allargati secondo Bortoluzzi.
«Abbiamo scritto in occasione delle osservazioni al documento programmatico della gestione delle attività culturali della città di Varese, come non si possa non tener conto della necessità di agire non su base di comune ma su quella di area. Varese non ha solo delle attrattività concentrate ma siti di grande interesse sparsi nell’area varesina. Siamo pertanto assolutamente d’accordo sulla proposta di Confesercenti Varese di introdurre la tassa di soggiorno. Il discorso che comunque vorremmo proporre è di dare a tutte queste preziosità la necessaria completa funzionalità e accessibilità e la capacità di saper risolvere le diverse esigenze turistiche».
Da un punto di vista pratico, l’associazione ambientalista consiglia al sindaco Davide Galimberti di coinvolgere tutti i Comuni e i privati interessati a istituire la tassa per offrire un servizio migliore ai turisti.
Varese, in questa ottica, dovrebbe assumere il ruolo di ente capofila.
L’associazione “Amici della Terra” sarebbe pronta a partecipare. Altro suggerimento: prestare più attenzione all’immagine e al decoro urbano.
«Varese sarà collegata con l'Europa via ferrovia entro poco tempo: il Comune deve operare per poter essere pronto a rendere splendente la città - scrive Bortoluzzi al sindaco -. Non solo parliamo della periferia verso Milano, ma anche della periferia verso la Svizzera e verso la montagna varesina e del centro città. Si continua ad accettare che si affastellino brutture una sull'altra. Queste sono diventate facenti parte del normale panorama urbano. Occorre, invece, ribellarsi davanti a questo stato di cose e pretendere dal Comune che faccia di più».
E quindi, più nel dettaglio: «Sul da farsi aiuta la giurisprudenza che, ribadendo una decisione già espressa in passato, ha statuito che spetta ai Comuni preservare il decoro urbano, anche consentendo l'estromissione, con delocalizzazione o rilocalizzazione, degli esercizi commerciali incongrui o divenuti tali».
Un appello insomma a “sfrattare” o quantomeno limitare le attività commerciali, in primis quelle ambulanti, che stridono con il contesto dei centri storici, dei luoghi d’arte e di quelli a grande valenza turistica. Partendo, sottolinea Bortoluzzi, dai banchi, tavoli e manufatti che occupano il suolo pubblico.
«Occorre - chiosa Bortoluzzi - definire delle regole e farle rispettare seriamente, senza particolare impegni economici pubblici».
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