Isis
Terrorismo, all'Onu Obama e Renzi d'accordo: l'Isis perderà
Summit a New York su lotta a Stato islamico e terrorismo violento
New York, 29 set. (askanews) - Quella contro lo Stato Islamico "non è una battaglia convenzionale". Per la coalizione occidentale che combatte contro i miliziani sunniti si tratta di una "grande sfida", che richiederà un "lavoro duro e non facile".
Alla fine però - dopo i successi e i passi indietro che inevitabilmente ci saranno - l'Isis "perderà perché non ha nulla da offrire se non sofferenza e morte". Ne è convinto Barack Obama, il presidente americano che oggi ha presieduto alle Nazioni Unite a New York un summit sulla lotta contro l'Isis e il terrorismo violento. E né è convinto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che allo stesso summit ha detto di essere sicuro che "prevarremo e sconfiggeremo" i terroristi. Renzi ha offerto a Obama "il sostegno dell'Italia", per il quale l'inquilino della Casa Bianca ha risposto con un "grazie Matteo", un modo informale (almeno per i canoni ingessati dell'Onu) per rivolgersi a un leader nei confronti dei quali non ha mai nascosto stima.
Renzi è d'accordo con Obama, la cui iniziativa odierna "ci aiuta a non concentrarci solo sull'ultima breaking news ma ad avere una strategia". E infatti il leader americano - convinto che la coalizione capitanata dagli Usa abbia una "visione migliore" di quella dell'Isis - la sua strategia l'ha descritta rivolgendosi ai rappresentanti di oltre 100 nazioni, a più di 20 istituzioni multilaterali, a 120 gruppi della società civile e ai rappresentanti del settore privato. Sono loro, ha detto Obama, a dimostrare "l'emergere di un movimento globale unito dalla missione di degradare e alla fine distruggere Isis".
Annunciando che la Nigeria, la Tunisia e la Malesia sono entrate nella coalizione internazionale contro l'Isis, Obama ha spiegato che "i nostri sforzi militari e di intelligence non avranno successo da soli. Devono essere accompagnati da progressi economici e politici per affrontare le condizioni che Isis sfrutta per radicarsi". In questo contesto ha dato pieno sostegno al primo ministro iracheno Haider al-Abadi (che ha apertamento detto "abbiamo bisogno del vostro aiuto... dell'assistenza della comunità internazionale") e ha chiesto una transizione politica in Siria, con il coinvolgimento di Russia e Iran, per rimuovere il presidente Bashar al-Assad. Così come aveva spiegato ieri al presidente russo Vladimir Putin, a Damasco serve "un nuovo leader e un governo inclusivo che unisca il popolo siriano nella lotta contro i terroristi. Questo sarà un processo complesso ma siamo pronti a lavorare con tutte le parti, incluse Russia e Iran, per trovare un meccanismo politico con cui sia possibile iniziare un processo di transizione".
La strategia di Obama richiede comunque "sforzi continui da
parte di tutti" su più fronti anche perché i miliziani "hanno
mostrato resistenza". "Non è sufficiente sconfiggere Isis sul
campo di battaglia. Dobbiamo prevenire la radicalizzazione, il
reclutamento e l'opera di attrazione che esercita su altri
portandoli la violenza. Ciò significa sconfiggere la sua
ideologia. E l'idealogia non si sconfigge con le armi ma con idee migliori", ha continuato l'inquilino della Casa Bianca trovando l'appoggio del premier britannico David Cameron: "Dobbiamo fermare questo processo all'inizio, non alla fine".
Per questo Obama ha annunciato un aumento degli sforzi volti a "screditare la propaganda" dell'Isis, specialmente online, "presentando Isis per quello che è: una banda di terroristi che uccide donne, uomini, bambini musulmani innocenti". Il Commander in Chief intende poi dare voce a rappresentanti ecclesiastici, a "disertori dell'Isis che con coraggio" hanno lasciato l'organizzazione. Serve inoltre contrastare le condizioni che permettono allo Stato Islamico di farsi avanti. "La povertà non causa il terrorismo, ma quando le persone, specialmente i giovani, sono impoverite, si sentono umiliate dalle ingiustizie e dalla corruzione si viene a creare un risentimento che i terroristi poi sfruttano". Ecco perché serve "creare opportunità per i giovani per contrastare il terrorismo violento".
L'Isis però sfrutta anche il contesto politico in cui agisce, avverte il presidente Usa. Quando "i diritti umani sono negati, i cittadini non hanno alcuna opportunità di dare voce pacificamente alle loro lamentele, alimentando la propaganda terroristica che giustifica la violenza". Allo stesso modo, "quando opponenti politici vengono trattati come terroristi e vengono messi in prigione, si può creare una profezia che si autoalimenta". Secondo Obama, "la vera strada verso il progresso e la stabilità duratura non è meno democrazia ma più democrazia in termini di libertà di parola, di libertà di religione, di stato di diritto e di una forte società civile".
Intanto il Dipartimento di Stato - secondo cui Isis riesce
ancora a guadagnare circa 500 milioni di dollari all'anno con il
contrabbando di petrolio - ha deciso di imporre sanzioni contro
25 leader dell'Isis e cinque gruppi affiliati.
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