IL REFERENDUM
Ticino, “sberla” ai frontalieri
È ormai definitivo il netto successo de\l “sì” alla preferenza nelle assunzioni di autoctoni rispetto agli stranieri: 58%. Ma le conseguenze non saranno immediate
È ufficiale: sonora “sberla” ai frontalieri italiani. Il referendum proposto dal comitato “Prima i Nostri”, che chiedeva di privilegiare l’assunzione di lavoratori ticinesi rispetto agli stranieri a parità di qualifiche, è stato coronato da successo. Al termine dello scrutinio dei 130 comuni (dati raccolti dal Corriere del Ticino), il “Sì” ha ottenuto il 58 per cento dei consensi, mentre è stata bocciata l’iniziativa contro il dumping salariale.
In Canton Ticino gli oggetti in votazione erano due iniziative popolari e i relativi controprogetti. “ ‘Prima i nostri!”, che chiede misure per la preferenza indigena al momento di assumere lavoratori, era proposto dall’Udc, mentre “Basta con il dumping salariale in Ticino”, promossa dall’Mps, chiede più misure di controllo sugli stipendi.
Per quanto riguarda “Basta con il dumping” l’iniziativa è respinta (52,4%) mentre il controprogetto accolto con il 54,9%. Gli ultimi scrutini aggiunti alla somma, quelli di Bellinzona, hanno reso ormai irraggiungibile il sì. A Lugano il successo di “Prima i nostri!” è stato ancora maggiore del risultato globale: 60,4%.
«Seppur votato, l’esito del referendum sarà di difficile applicazione e non cambierà l'orientamento del mercato del lavoro cantonale». Lo conferma Sergio Aureli, responsabile frontalieri del sindacato svizzero Unia, secondo il quale l’esito del referendum in Svizzera non dovrebbe avere conseguenze pratiche, dal momento che non spetta al Cantone ma a Berna legiferare in tema di lavoro. «Il voto di oggi rappresenta la cartina al tornasole di una politica economica del Canton Ticino che non affronta in modo concreto le soluzioni ai problemi del mercato del lavoro - ha aggiunto -. Solo col dialogo si risolvono i problemi».
«Referendum anti-frontalieri non ha per ora effetti pratici. Ma senza libera circolazione delle persone rapporti Svizzera-Ue a rischio». Lo scrive in un tweet il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dopo l’approvazione del referendum in Ticino sui limiti ai lavoratori frontalieri.
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