INDAGINE DELLA DDA
Traffico di droga: 78 arresti
Operazione tra Italia e Albania. Coinvolta anche la provincia di Varese
È di 70 persone arrestate in carcere (68 albanesi e due italiani; 33 raggiunti in Toscana, gli altri nel resto d’Italia, tra cui la LOmbardia e Varese, e all’estero), otto ai domiciliari, quattro con obblighi di presentazione in caserma un bilancio dell’inchiesta con cui la Dda di Firenze, in stretta collaborazione con Procura speciale anticorruzione e anticriminalità organizzata di Tirana (Spak), Eurojust, Europol e Interpol, ha disarticolato quattro forti organizzazioni criminali del traffico di droga - cocaina, hashish, marijuana, Mdma, eroina - tutte in mano ad albanesi e che agivano tra Italia, Albania, Olanda, Spagna, Germania, Regno Unito, Svizzera. In totale ci sono 83 indagati. I risultati sono stati sottolineati dal procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia e dal procuratore dello Spak albanese Vladimir Mara in una conferenza stampa tenuta insieme agli investigatori dell’Arma dei carabinieri.
BUNKER E ARMI
Tra i reati, è contestata l’associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata a traffico e spaccio di stupefacenti, ma il gip ha anche ordinato il sequestro preventivo di beni per 5 milioni di euro per il presunto riciclaggio dei proventi illeciti. Eseguite perquisizioni a tappeto. Trovati depositi bunker, armi (pistole), il libro mastro del traffico gestito dalle organizzazioni da cui si ricava al momento una stima di 50 chili di cocaina smerciati al mese.
COINVOLTE QUATTRO DONNE
Fra gli indagati ci sono quattro donne: una è la compagna di un capo, un’altra aveva compiti di valutazione della 'qualità' delle droghe, era lei a dare disco verde per l’acquisto di partite. La droga arrivava dall’Olanda oppure via mare. Una tratta veloce coi gommoni era Albania - Grotte di Castro (Lecce) da dove i carichi proseguivano per Firenze via strada.
Depositi di stoccaggio della droga erano disseminati in garage e cantine del capoluogo toscano ma una base importante è stata scoperta a Casalecchio di Reno, vicino a Bologna dove c'era pure l’officina meccanica di cui si servivano le bande.
I GRUPPI CRIMINALI
Quattro i gruppi criminali colpiti dall’inchiesta, ciascuno con compiti complementari di approvvigionamento, distribuzione, logistica. Uno con base a Firenze e nel Mugello, un altro dall’Olanda copriva il Nord Europa e le esigenze di importazione di droga per l’Italia, un gruppo era ramificato in varie città italiane, tra cui appunto la provincia di Varese, il quarto si occupava dello spaccio di piazza ed è quello dove compaiono indagati italiani.
L’indagine è partita da un’intuizione dei carabinieri di Borgo San Lorenzo su un sequestro di 2 chili di marijuana in un sottoscala di un palazzo di piazza Muratori a Firenze. Vi sono state piazzate microspie che hanno rivelato che da quello stabile un trafficante agiva a livello internazionale collegato a Olanda, Spagna e Francia. Da questo primo elemento l’indagine dell’Arma si è ampliata a macchia d’olio coinvolgendo polizie e istituzioni europee fino ai risultati odierni.
FIUMI DI DROGA
Il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia ha evidenziato l’importanza nell’inchiesta della collaborazione fra inquirenti italiani e albanesi, e il supporto dell’organismo europeo Eurojust ma anche «la pericolosità dell’assetto transnazionale delle quattro organizzazioni di trafficanti che sono state disarticolate». Spiezia inoltre ha sottolineato che «Firenze e la Toscana sono terra bellissima ma sono anche crocevia di traffici illeciti di stupefacenti», di «fiumi di droga, significa che ciò risponde a una domanda di mercato». Quindi, ha proseguito il procuratore Spiezia, «mi rivolgo ai giovani, li invito a considerare cosa significhi per le loro vite, per la loro esistenza, per le loro strutture mentali, l’uso devastante degli stupefacenti».
DALL’ITALIA UNA FORTE DOMANDA
Il procuratore dello Spak di Tirana, Vladimir Mara riferisce che anche osservando i traffici internazionali della criminalità albanese «non solo dall’Italia c’è una forte domanda di droga da parte dei giovani che preoccupa» ma «anche da tutta Europa». Mara ha sottolineato che «è chiaro che dobbiamo collaborare» tra Stati, «l'indagine di oggi dimostra l’importanza di arrivare a ottimi risultati». «Noi abbiamo attraversato tutte le frontiere europee per individuare questi gruppi criminali che si sono radicalizzati quasi in ogni Paese», «oggi sono stati sequestrati 200 conti correnti, 30 società commerciali, 18 immobili e altri beni mobili».
La polizia albanese durante le indagini ha arrestato 11 persone in flagranza di reato e sequestrato 14,3 chili di cocaina, 34 chili di eroina, 30 di hashish, 68 di marijuana, sei camion.
Inoltre sono state decisive, ha rimarcato Spiezia insieme al sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio, le conversazioni intercettate e anche il sequestro di chat: gli indagati usavano telefoni crittati a dimostrazione di una padronanza tecnologica che ne rafforza la pericolosità operativa.
Nelle attività preliminari all’esecuzione dell’ordinanza odierna, l’inchiesta aveva già annoverato 24 persone arrestate in flagranza, il sequestro di 15 chili di cocaina, di 120 chili di hashish, 487 di marijuana, 95.000 euro in contanti, sette veicoli. Oltre ai referenti delle organizzazioni sono stati arrestati via via, in singole operazioni, i corrieri.
Uno dei primi tragitti osservati per rifornire di cocaina e altre droghe le piazze di spaccio di Firenze è stato quello fra il casello A1 di Barberino di Mugello quando i pusher albanesi raggiungevano dalla provincia il capoluogo. Il censimento dei movimenti di auto sospette fra il primo deposito individuato in piazza Muratori e il Mugello, fino a Firenzuola, è stata una delle prime azioni investigative dell’Arma in questa vicenda.
Oggi, in Italia, oltre a quelli di Firenze, hanno collaborato all’esecuzione dell’ordinanza i carabinieri di Varese, Alessandria, Ancona, Bologna, Brescia, Como, Enna, La Spezia, Lecce, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Milano, Padova, Perugia, Pesaro-Urbino, Ravenna, Rimini, Roma, Siena, oltre al 4/o Nucleo Elicotteri, alle Squadre di Intervento Operativo e alle unità cinofile.
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