L’OPERAZIONE
Traffico illecito di rifiuti nel Novarese: due arresti
Circa 6mila le tonnellate gestite in maniera illecita. Sequestrati quattro capannoni a Trecate
Circa 6mila tonnellate di rifiuti gestiti in modo illecito tra il febbraio del 2019 e l’aprile del 2022. Due persone finite in carcere e altre quattro che dovranno sottostare all’obbligo di firma. È il bilancio di un’operazione conclusa giovedì 26 ottobre dai carabinieri forestali dei gruppi di Novara, Milano, Como e Torino su delega della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Torino. Le sei misure cautelari hanno riguardato cinque cittadini italiani e uno straniero, tutti residenti nel Novarese, che dovranno rispondere dell’accusa di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: un reato che prevede condanne fino a un massimo di sei anni.
PERQUISIZIONI E SEQUESTRO
Al termine di una serie di perquisizioni di uffici e case, è stato inoltre eseguito il sequestro del cento per cento delle quote di cinque aziende coinvolte nell’indagine e di quattro capannoni a Trecate. Le società sono state affidare alla gestione di un curatore giudiziario nominato dal Gip (giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Torino che ha disposto anche il sequestro di denaro e beni per 3,7 milioni di euro considerati il profitto derivante dai reati ipotizzati.
L’INDAGINE
L’indagine è stata effettuata dal nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale (Nipaaf) di Novara dell’Arma che, grazie a intercettazioni telefoniche e videoriprese, ha scoperto un sistema di società, spesso intestate a prestanomi, messo in piedi da due imprenditori. Venivano utilizzate per operare nel settore del commercio dei rifiuti metallici e delle batterie esauste al piombo di auto e mezzi d’opera da cui si recuperano metalli nobili di grande valore sul mercato. Nelle basi operative situate nel Comune ticinese senza le necessarie autorizzazioni ambientali venivano stoccati e lavorati ingenti quantitativi di questi materiali acquistati tramite pagamenti in contanti. Le operazioni di recupero venivano poi fittiziamente regolarizzate attraverso false documentazioni da esibire in caso di controlli. Queste attestazioni e quanto conservato in alcuni computer è stato sequestrato dagli oltre sessanta militari forestali che hanno partecipato all’intervento di oggi.
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