I NUMERI
Troppi hotel a Malpensa
Federalberghi accusa: in 15 anni quasi quintuplicati i posti letto in un raggio di 10 chilometri, ma nel frattempo l’aeroporto è stato depotenziato: «False promesse, ora è crisi»

L’aeroporto delle grandi speranze fa andare in picchiata gli investimenti nel settore turistico. A lanciare il grido d’allarme è Federalberghi Varese, che torna a parlare del sovraffollamento di hotel rispetto alla reale domanda. Troppe stanze per un afflusso di clienti in calo dall’addio di Alitalia con la perdita del ruolo di hub (2008).
A far riflettere è il confronto tra il 2000 e il 2015 in fatto di offerta alberghiera attorno allo scalo di Malpensa. In 15 anni è cambiato lo scenario. Le strutture alberghiere presenti in un raggio di 10 chilometri dal sedime aeroportuale nel 2000 (dopo due anni dall’inaugurazione dello scalo), erano 21 per un totale di 578 camere e 1082 posti letto. Numeri considerati insufficienti per rispondere alla domanda che sarebbe arrivata, viste le premesse con cui lo scalo era nato.
Nel 2015 le strutture presenti erano salite a 35 (con una crescita concentrata tra quelle a 4 e 3 stelle) per 2648 camere e 5260 posti letto.
«Gli investimenti – dice il presidente di Federalberghi Varese, Guido Brovelli – sono stati fatti con precise premesse di sviluppo dello scalo. Negli anni passati ci hanno raccontato che c’erano problemi di collegamenti da e per l’aeroporto. Ora che tutte le infrastrutture sono completate non ci sono più alibi. Eppure le ultime notizie sul futuro di Malpensa non sono per nulla confortanti». Il riferimento è allo scenario che si apre dopo la bocciatura - da parte dell’Europa - del decreto Lupi. «Un decreto – spiega Brovelli - che non ci ha mai trovati d’accordo, in quanto ha favorito lo spostamento dei voli verso Linate per tutto il periodo di Expo. Ora però, con la sua cancellazione, gli scenari che si aprono potrebbero anche essere peggiori». Molti soldi pubblici sono stati comunque spesi per completare le infrastrutture di collegamento, viario e ferroviario. Tra i più recenti esborsi, i 30 milioni di euro spesi per collegare i due terminal con l’alta velocità. «Si tratta di segnali a dir poco ambigui – sostiene il presidente Brovelli –: da una parte si investono fondi pubblici e dall’altra si decide per decreto di depotenziare lo scalo».
Anche Expo è stato un evento eccezionale che però non basta a invertire la rotta. Già nei mesi di dicembre e gennaio la situazione è preoccupante e alcune strutture hanno chiesto nuovamente gli ammortizzatori sociali per salvaguardare i livelli occupazionali in brughiera.
L’occupazione delle camere fra settembre e ottobre ha superato il 90% garantendo una redditività del 54% superiore. «Sono risultati interessanti – commenta Brovelli – che però non bastano in una situazione in cui, comunque, l’offerta è chiaramente sovradimensionata rispetto al depotenziamento dello scalo. Malpensa era nata con ben altre prospettive».
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