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Troppo saccarosio caria i denti
Carie, obesità, diabete. Sono possibili conseguenze di un utilizzo spropositato del saccarosio negli alimenti. La denuncia è di Laura Strohmenger, coordinatrice del Centro di collaborazione Oms per l’epidemiologia e l’odontoiatria di comunità. «Il fatto incomprensibile - spiega - è che il saccarosio è additivato anche ad alimenti che sono naturalmente dolci e non avrebbero bisogno di essere zuccherati».
L’odontoiatra milanese se la prende con l’industria «che avrebbe la possibilità di sostituire il saccarosio con altri dolcificanti come lo xilitolo, che ha un effetto cariogeno modestissimo, o lo zucchero da stevia, una pianta dell’Amazzonia, senza calorie e non cariogeno. Ma probabilmente questi dolcificanti - osserva - costano più del saccarosio». E in relazione alla salute, «lo zucchero aggiunto - ma anche il sale - è quanto di più vietato dal punto di vista nutrizionale. Eppure, sugli scaffali del supermercato è difficilissimo trovare succhi di frutta con la scritta “senza zuccheri aggiunti”, o almeno qualche succo con meno di 15 grammi di saccarosio».
Per Stromenger si tratta comunque di un problema culturale: «Se la gente fosse più informata - afferma - comprerebbe in modo più selettivo, stando attenta al contenuto di saccarosio (o di sale...) inducendo così l’industria a migliorare i propri prodotti».
Un po’ di responsabilità l’odontoiatra la attribuisce anche ai pediatri «che dovrebbero informare le mamme per evitare che diano ai neonati che piangono di notte biberon pieni di camomilla zuccherata. Perché nulla come una cattiva abitudine presa da piccoli è poi tanto difficile da abbandonare. Ed è così che in Italia un bambino su cinque, fra i 2 e i 5 anni, ha un problema di carie, che rischia di perpetuarsi anche in età adultà».
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