Ucraina
Ucraina,torna in libertà la Savchencko,ora Kiev rivuole la Crimea
La giovane pilota era stata catturata a fine giugno 2014
Kiev, 25 mag. (askanews) - E' tornata in libertà Nadia Savchenko, la 'top gun' ucraina condannata da un tribunale russo a 22 anni di carcere e oggi di nuovo a Kiev dopo uno scambio di prigionieri che chiude un capitolo spinosissimo tra Mosca e Kiev e, dicono fonti diplomatiche, fa sperare in ulteriori progressi sulla questione ucraina. "Abbiamo fatto tornare Savchenko, così faremo tornare la Crimea e il Donbass", ha dichiarato da parte sua il presidente ucraino Petro Poroshenko, parole in cui qualcuno vede una sfida alla Russia, qualcuno un'allusione alla possibilità di dipanare un po' alla volta l'intricatissima matassa del conflitto nell'Est ucraino e della Crimea.
"Grazie di avermi aspettata. Ringrazio tutti, soprattutto quelli che sono morti: quasi mi vergogno di essere viva", ha esordito l'elicotterista al suo arrivo alla Bankova, la sede della presidenza ucraina, con Poroshenko, che è andato a prenderla nella cittadina russa di Rostov, poco al di là del confine, dove si è tenuta la fase cruciale del processo per l' omicidio di due giornalisti russi nel Sud-Est ucraino. "Tutti vorremmo la pace, ma a volte per avere la pace è necessario fare la guerra", ha aggiunto la giovane pilota, 35 anni, vestita con una casacca blu che lasciava intravedere una maglietta ricamata con decori tradizionali ucraini, i capelli corti, fisico atletico malgrado i due scioperi della fame e della sete che l'hanno provata molto, lo sguardo e il tono della voce duri: "dobbiamo risollevarci, anche i russi devono risollevarsi. Sono orgogliosa del mio Paese. Gloria all'Ucraina". E "gloria agli eroi", hanno risposto in coro i compagni del battaglione Aidar, corpo paramilitare di volontari andati a combattere nel Donbass contro i separatisti russi e poi integrato nell'esercito regolare ucraino già dopo la cattura della Savchenko, a fine giugno 2014. L'elicotterista - che ha sempre negato ogni accusa - è stata riconosciuta colpevole di aver fornito le coordinate per colpire due giornalisti russi. In patria è diventata un'eroina, un simbolo. In Russia l'immagine del nemico, dell'odio che spinge ad uccidere anche chi non sta combattendo.
Oggi Vladimir Putin ha firmato un decreto per graziare la Savchenko, ufficialmente su richiesta della famiglia dei reporter uccisi. E mentre Nadia nel primo pomeriggio atterrava all'aeroporto di Kiev, due ufficiali dell'intelligence militare russa - Alexander Alexandrov e Evgeny Erofeev - condannati in Ucraina atterravano a Mosca, in perfetta contemporaneità: proprio come avveniva per lo scambio di spie e prigionieri durante la guerra fredda di grazia. Poroshenko oggi ha ringraziato uno ad uno tutti i leader e i Paesi che hanno contribuito ai negoziati per la liberazione di Savchenko, dal presidente Usa Barack Obama alle autorità europee, ai singoli Paesi dell'Ue, Italia compresa.
"Nadia è un simbolo come donna ucraina e come ufficiale - ha detto poi il presidente ucraino - siamo fieri del suo comportamento", ha detto il presidente, che nei giorni scorsi aveva lasciato intendere l'imminenza della liberazione. Per lui riportare a casa Savchenko è un bel colpo, proprio nel giorno che segna due anni tondi alla presidenza, partita con grandi speranze, oggi bersaglio di una generale disillusione. E proprio mentre il capo dello Stato celebrava il ritorno in patria della sua eroina, fuori dalla Bankova un gruppo di arrabbiatissimi cittadini protestava contro di lui, accusandolo di fare promesse e non mantenerle malgrado le leggi approvate in parlamento, come nel loro caso di alloggiati in ostelli in attesa di una casa. "E' tornata la Savchenko? - ha commentato uno di loro. Beh, ci sono voluti due anni, cosa ha fatto Poroshenko in tutto questo tempo. Non mi parlate di successo".
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