WALTER MAFFEI
Un magico volo in tv
La magia del palcoscenico, la magia di un volo con il paracadute, la magia di far divertire un bambino: sono tre dei tanti volti di Walter Maffei, bravo illusionista nato e cresciuto tra Gavirate e Biandronno, che si è fatto conoscere e lavora in giro per il mondo ma, a 47 anni, è tornato a vivere sulle sponde del suo lago. E dal 2 giugno lo vedremo in televisione su Canale 5 tra i finalisti di «Master of magic».
Walter Maffei, per prima cosa come vuole essere chiamato: illusionista?
«Sì, illusionista corrisponde perfettamente alla mia disciplina, con contaminazioni di cabaret, visual comedy e teatro».
Nell’immaginario comune il mago è Silvan, l’illusionista è Copperfield, che è diventato famoso per essere stato fidanzato di Claudia Schiffer: lei come si colloca trai due?
«Sono i due maghi che più mi hanno ispirato in assoluto. Silvan mi ha dato la curiosità di imparare a fare magia quando la televisione era ancora in bianco e nero, mi impressionava vedere come potesse per un attimo cambiare l’umore degli adulti, che ricordo tristi e avviliti in quegli anni di piombo. È il Maestro e da qualche anno è un mio grande estimatore, è quasi surreale per me. Copperfield l’ho scoperto nei primi anni ‘80, mi faceva impazzire il suo modo modernissimo di fare spettacoli di magia: mi sono ispirato molto a lui per alcuni anni ed ho avuto la fortuna di conoscerlo nel ‘93 a Orlando, negli Stati Uniti, prima della Schiffer...».
I suoi esordi, tanti anni fa in provincia di Varese, erano a metà strada tra il cabaret e la magia.
«Esatto, dal 1990 in poi ho frequentato i locali in veste di mago. Era incredibile il fermento intorno al cabaret in provincia in quegli anni: le birrerie, i bar, i ristoranti, le pasticcerie; pure le gelaterie mettevano giù una pedana di legno e un microfono! Ricordo con commozione Lo Zodiaco e Il treno di mezzanotte a Varese, l’Arlecchino di Vedano Olona dove con Max e Bruno, i Fichi d’India, abbiamo vissuto serate memorabili».
C’è più ironia nei suoi spettacoli o soltanto mistero?
«C’è proprio l’ironia del mistero, perché nei miei spettacoli prendo molto alla leggera tutto ciò che viene definito paranormale o mistico, spesso sfotto i creduloni e mi diverte molto fare delle dimostrazioni pratiche su quanto noi siamo facilmente prevedibili e suggestionabili».
Ha fatto una scuola?
«La scuola che ho fatto è l’alberghiera: sono un cuoco. Ma ho cominciato ad autodefinirmi mago professionista dopo dieci d’anni di esperienza da autodidatta, in cui ho fatto veramente migliaia di spettacoli, esperienze in tv, ho fatto l’animatore a Disney, prima a Orlando in Florida e poi a Parigi. Ma ho fatto anche missioni umanitarie, come a Sarajevo appena terminati i conflitti: mi esibivo nei campi profughi e negli ospedali».
Dal 2 giugno arriva su Canale 5 «Master of magic», campionato del mondo di magia condotto da Gerry Scotti in cui anche lei è arrivato in finale: è stata una bella esperienza?
«Giungere alla finale di questo mondiale è stato un percorso lungo ma bellissimo: ho rappresentato l’Italia con i migliori maghi del mondo. Eravamo un centinaio, io ho ottenuto un punteggio da terzo premio ma eravamo diversi con lo stesso score e alla fine non ho portato a casa nessun premio ma una mole di lavoro triplicata si!».
Dove la si può applaudire più spesso?
«In questi mesi sono spessissimo al casinò di Saint Vincent dove mi occupo del laboratorio di magia Masters of Magic Lab (che porto anche allo Zelig di Milano) e di Eclipse, un dinner show in stile Las Vegas del quale faccio parte con gli artisti del Cirque du Soleil».
Le colombe spariscono e le ha fatte sparire a priori: le usa?
«Sono un pentito; ho fatto apparire e sparire colombe vent’anni fa per un lungo periodo, poi ho smesso di torturarle. E mi fermo qui...».
Lei è nato e cresciuto sul lago di Varese: si sente legato alle sue origini?
«Mantengo con Varese un legame molto stretto con la Onlus Ponte del Sorriso, della quale sono volontario al reparto pediatrico dell’ospedale Filippo Del Ponte e grazie alla quale posso ogni anno organizzare il Gala Del Sorriso al teatro Apollonio. In pediatria svolgo spettacoli che abbiano la funzione di stimolare positivamente la mente dei piccoli ricoverati. È stupendo vedere come i loro volti cambino di espressione col passare dei minuti e non ha prezzo vedere quando si alzano entusiasti dalle sedie per partecipare a un gioco dimenticandosi che sono attaccati ad una flebo!».
Sui social lei pubblica spesso dei voli con il paracadute: ci spiega meglio?
«Sì, lo skydiving è un tipo di paracadutismo estremo che oggi quasi tutti possono fare grazie ai livelli di sicurezza che questo sport ha raggiunto. Io ho la licenza da anni e spesso vado a volare in luoghi bellissimi dei quali posso mostrare panorami mozzafiato ai miei amici; ma è anche un modo per invogliare la gente a provare il lancio in tandem con l’istruttore, per divertirsi, per mettersi alla prova, oppure per trovare il coraggio di prendere decisioni importanti. Inoltre con la bella stagione faccio degli spettacoli serali dopo una giornata di lanci».
Ma saltare nel vuoto non è cosa da tutti: come e quando ha trovato il coraggio?
«I primi lanci li ho fatti durante il servizio militare, poi dopo anni ho fatto il brevetto civile e infine la licenza internazionale; mi fa molto più paura andare in giro in auto piuttosto che saltar fuori da un aereo».
Il suo libro magico qual è?
«Se lo intendiamo metaforicamente dico La notte dell’oracolo di Paul Aster, se invece deve essere un libro sulla magia scelgo il Manuale di Silvan, poiché sfogliando quelle pagine è iniziato tutto».
Dove trova la magia nel quotidiano?
«Nel mondo parallelo che mi sono creato, non in quello che ci impongono, pagando il prezzo di passare per folle. Ma la cosa mi diverte, poiché mi rifaccio a un aforisma di David Bowie, che dice ciò che fa l’originalità di un uomo è che egli vede cose che tutti gli altri non vedono. Beh...».
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