Usa 2016
Usa 2016, Clinton fa la storia: prima donna candidata alla Casa Bianca
Obama incontrerà Sanders, che non si ritira fino a luglio
New York, 8 giu. (askanews) - Il traguardo è storico e Hillary Clinton, dopo tante polemiche, timori per l'avanzata di Trump e divisioni in seno al suo partito, può godersi il ruolo di pioniera, che segna una tappa senza precedenti negli annali americani: "abbiamo raggiunto una pietra miliare, è la prima volta nella storia del nostro Paese che una donna viene investita da uno dei grandi partiti" per la corsa alla Casa Bianca, ha dichiarato l'ex first lady davanti a una folla di sostenitori a Brooklyn. Per Hillary è ora di festeggiare e prendere in mano la situazione, lanciando segnali di pace al senatore Bernie Sanders, che giovedì vedrà il presidente Barack Obama e che non si ritirerà dalla corsa sino alla convention di Philadelphia, ha fatto sapere, malgrado i dati in arrivo dalle primarie in California prospettano una sua sconfitta.
La notizia di Sanders che non molla ha forse guastato un po' la festa a Clinton, ma ora è il momento di celebrare, il traguardo è davvero storico. "La vittoria di stasera non è di una sola persona, ma appartiene a una generazione di donne e uomini che si sono battuti e sacrificati e hanno reso possibile questo momento", ha lanciato dal palco, sorridente, determinata. Poco prima, un cortometraggio aveva ricostruito per tappe il percorso delle donne americane nelle loro conquiste sociali, delle donne e anche delle minoranze.
L'ex segretario di Stato ha dedicato la sua nomination, ormai certa, a "ogni piccola ragazza che ha grandi sogni. Sì, potete diventare tutto quello che volete - ha detto - anche presidente, questa notte è per voi".
Le notizie di un netto vantaggio in California hanno spinto Clinton a porgere pubblicamente, proprio nell'ora del suo trionfo, un ramoscello d'ulivo allo sfidante Bernie Sanders, che negli ultimi giorni non ha smesso di minacciare tempesta alla convention che si terrà a luglio e che pare determinato a dare battaglia anche in quest'ultimo mese verso il raduno di Philadelphia. "Voglio congratularmi con il senatore Sanders per la straordinaria campagna", ha detto Hillary, "e che sia chiaro, il senatore Sanders, il vigoroso dibattito che abbiamo avuto su come alzare i redditi, ridurre le ineguaglianze e aumentare la mobilità verso l'alto, hanno fatto molto bene al partito democratico".
Clinton chiede unità nel partito, a fronte di una compagine repubblicana che a sua volta cerca di coalizzarsi verso l'obiettivo Casa Bianca, ma torna a dividersi sulla nomination di Donald Trump, dopo le sue ultime sortite in odore di razzismo, che hanno sollevato perplessità in seno al Gop.
E unità chiederà con ogni probabilità a Sanders il presidente Barack Obama, nell'incontro annunciato per giovedì.
E' da giorni che dalla Casa Bianca filtrano indiscrezioni sulla voglia, e volontà, di Obama di scendere in campo. La notizia del colloquio con Sanders ne è prova concreta, ed arriva assieme alle felicitazioni per Hillary.
"Il presidente si è congratulato con il segretario Clinton per aver raggiunto il numero di delegati necessario per arrivare alla nomination democratica per le presidenziali. La sua storica campagna elettorale ha ispirato milioni di persone e è una riaffermazione della sua lotta di una vita per le famiglie e i bambini della classe media", si legge nella nota.
Obama ha ringraziato Sanders per aver portato nel dibattito elettorale "le ineguaglianze economiche e i privilegi dei nostri politici". "Il presidente - si legge in una nota della Casa Bianca - non vede l'ora di continuare a parlare con il senatore Sanders del suo lavoro straordinario, che ha portato milioni di americani al voto e continuare a mantenere questo entusiasmo nelle settimane e nei mesi che verranno.
Clinton, visibilmente emozionata, la mano sul cuore mentre si gode l'ovazione dei suoi fan dopo 14 mesi di laboriosa campagna, spera che il verdetto della California apra la strada a mesi di campagna concentrati su come contenere, ridimensionare, sconfiggere Trump l'8 novembre. "Quando Trump dice che un onorato giudice, nato nell'Indiana, non può fare il suo lavoro a causa delle sue origini messicane, oppure quando prende in giro un giornalista portatore di handicap, o che chiama le donne scrofe, questo va contro tutte le nostre convizioni", ha dichiarato.
Poche ore prima, il miliardario l'aveva attaccata a sua volta, parlando brevemente da uno dei suoi golf resort, nei pressi di New York. Trump intende colpire duro, diretto, sino alla fine. Colpire Hillary e il marito, presentandoli come rappresentanti di una casta da abbattere, mentre lui è il simbolo dell'uomo che si costruisce da solo, la prova che tutti possono farcela e il sogno americano esiste ancora. "I Clinton sono diventati maestri nell'arte dell'arricchimento personale", ha detto, alludendo ai finanziamenti che alimentano la fondazione Clinton. Per lunedì Trump ha già annunciato un discorso tutto concentrato sui Clinton.
© Riproduzione Riservata