Usa 2016
Usa 2016, nessun chiaro vincitore in dibattito repubblicani
Ma nomi dell'establishment spiccano su outsider Carson e Trump
Milwaukee, 11 nov. (askanews) - Nonostante gli sforzi di tutti, nessuno degli otto principali candidati repubblicani alla Casa Bianca è uscito vincitore ieri da un dibattito che ha visto attacchi personali dei precedenti, ma anche qualche scambio vivace sull'immigrazione e la sicurezza nazionale. Se le differenze di contenuto e stile tra gli otto si sono fatte sentire, il dibattito non ha cambiato il profilo della gara. L'ex neurochirurgo Ben Carson e il magnate dell'immobiliare Donald Trump sono entrati nello studio tv del Fox Business Network come i favoriti alla nomination repubblicana per il voto di novembre 2016. Ma sono stati rivali dell'establishment a occupare la scena ieri sera con i loro programmi sull'economia e e mettendo nel mirino il presidente Barack Obama e la favorita
tra i candidati democratici, Hillary Clinton.
Durissima sulla Clinton l'ex amministratore delegato di Hewlett-Packard Carly Fiorina. "Una presidenza Clinton corroderebbe il caratter di questo Paese. Perchè? Per lo stile Clinton. Dì quello che ti pare, menti finchè non ti beccano" ha detto Fiorina. Jeb Bush, ex favorito, figlio del 41esimo presidente fratello del 43esimo, oggi costretto a lottare per la sua sopravvivenza politica, ha tentato di sfondare usando un tono meno paternalistico e più tagliente. "Hillary Clinton ha detto che le politiche di Barack Obama si meritano un 10, davvero?" ha detto Bush, elencando una serie di problemi, dai lavoratori scoraggiati agli alti livelli di povertà ai bambini che si nutrono con buoni alimentari. "Forse è il meglio che Clinton può fare, ma non il meglio per l'America".
Bush si è scagliato anche contro Trump sull'immigrazione definendo il suo piano non irrealistico e antipatriottico. Parlando della proposta del magnate di rimpatriare 12 milioni di immigrati clandestini Bush ha detto "500mila al mese semplicemente non è possibile, non corrisponde ai valori americani e farebbe a pezzi le comunità". Trump ha contrattaccato affermando: "abbiamo bisogno di confini, avremo un muro,il muro ci sarà e sarà un successo. E se pensate che i muri non funzionino, chiedete a Israele".
A contendergli la corona di candidato prediletto dell'establishment, se non dei sondaggi, il suo ex allievo politico Marco Rubio, che ancora una volta ha messo a segno una performance raffinata e disciplinata. Rubio ha scatenato applausi respingendo al proposta del suo rivale Rand Paul, che vuole ridimensionare la politica della sicurezza e della difesa. "So che il mondo è un luogo più sicuro e migliore quando l' America è la potenza militare più forte" ja detto Rubio.
Il dibattito di ieri non ha assunto i toni litigiosi del precedenti. L'ultimo, ospitato dalla tv finanziaria via cavo CNBC, è stato caratterizzato dal tono di sfida dei moderatori nei confronti dei candidati, che si solo lamentati in seguito.
Carson, ex neurochirurgo finito nei mirino da qualche giorno per i molti dubbi sulla veridicità della storia personale che racconta ai media, ha evitato di farsi mettersi sotto esame. "Grazia e voi per nona vermi chiesto cose che ho detto in seconda media. L'ho apprezzato" ha detto Carson.
(fonte Afp)
© Riproduzione Riservata