Usa-Russia
Valdai Club, Mearsheimer: Usa e Russia condannati a alleanza contro Cina
Alla sessione inaugurale i timori russi e l'ottimismo cinese
Sochi, 25 ott. (askanews) - Russia e Usa? Nemici oggi, condannati a diventare alleati domani, perché "la Cina è la vera minaccia" per entrambi i Paesi sul lungo termine. La previsione è firmata da John Mearsheimer, professore all'Università di Chicago, politologo di fama mondiale e di posizioni spesso controverse riguardo gli interessi americani nel mondo. Parlando in apertura del meeting annuale del Valdai Club, a Sochi, Mearsheimer ha consigliato di guardare oltre l'attuale muro contro muro tra Mosca e Washington, prospettando sul lungo termine una inevitabile collaborazione sullo scacchiere internazionale. Perché se oggi la Russia guarda alla Cina come un compagno di strada con cui collaborare anche in chiave anti-Usa, "lentamente, negli anni a venire, si svilupperà l'antagonismo con Pechino e Mosca finirà per per allearsi con gli Usa, non ha davvero scelta". Questo, sempre che gli Stati Uniti "si mostrino abbastanza intelligenti da non spingere ulteriormente sul pedale dell'antagonismo con la Russia".
Per l'accademico americano, infatti, alla base degli attuali contrasti russo-americani c'è in buona parte l'incapacità statunitense di capire che per il Cremlino "è assolutamente inaccettabile la politica di avvicinamento dell'Ue e della Nato alle frontiere russe" promossa dopo il crollo dell'URSS. Politica che ha portato in fin dei conti alla "gravissima crisi ucraina, che ha avvelenato pericolosamente le relazioni Russia-USA" e che ora "si riflette sulla Siria". Mentre il vero problema per Washington sarà sempre più chiaramente la Cina.
Mearsheimer ha parlato durante la sessione inaugurale del Valdai Club, intitolata "Ordine mondiale: quo Vadis". E se il professore americano è convinto che sia già chiaro quale direzione stia prendendo il complicato rapporto tra gli "Usa ancora dominanti", la Russia "tornata dal regno dei morti" e la Cina in costante ascesa, i panelist - a cominciare dagli analisti russi Fedor Lukyanov e Sergey Karaganov - concordano che all'orizzonte, sul breve-medio termine, c'è piuttosto il pericolo di un "gioco senza regole" e anni imprevedibili, prima che si possa tornare a un qualche tipo di "concerto tra nazioni".
Ottimista invece la relatrice cinese, Fu Ying. La presidente della Commissione Esteri del Congresso Nazionale del Popolo, ha sostenuto che "le regole esistenti non assicurano più ordine ed equilibrio a livello globale e gli USA sono un po' preoccupati" per la crescente vicinanza tra Russia e Cina, per i progetti di Unione eurasiatica. Ma, ha concluso, "se c'è una chiave per garantire l'ordine internazionale, questa va trovata in un approccio inclusivo, che tenga conto degli interessi di tutti i Paesi. Sembra ingenuo, ma non c'è alternativa. Quindi io sono ottimista".
Ottimismo poco motivato, secondo Mearsheimer, " perché il mondo non funziona così", ma segue la legge del "gioco a somma zero: se vincono i cinesi, noi perdiamo, e se perdono i cinesi, noi vinciamo" , non esiste la collaborazione come soluzione tra potenze in competizione per il vero dominio.
Orm
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