STRUTTURA
Passerella sospesa sul lago di Varese: il rilancio dell’idea
L‘ingegner Aceti ricorda la telefonata di Zamberletti: «Mi disse di andare avanti col progetto»
Non ha i connotati monumentali del ponte sullo stretto di Messina, certo è che il progetto di una passerella sospesa sul lago di Varese potrebbe dare la stura alle stesse perplessità che l’infrastruttura tanto cara al ministro Matteo Salvini suscita in terra sicula (e non solo). E cioè: troppo pretenziosa, poco utile e tanto costosa. «Non è così. Anzi, il territorio avrebbe tutto da guadagnarci», mette subito in chiaro l’ingegnere varesino Riccardo Aceti, che da anni coltiva l’ambizione di unire l’Isolino Virginia alla terraferma.
LA TELEFONATA CON ZAMBERLETTI
Chi lo conosce sa che lui, docente al Politecnico di Milano, ha l’irrefrenabile attitudine a guardare oltre gli orizzonti provinciali (sua un’avveniristica proposta di riqualificazione dello stadio di San Siro) ma nel caso specifico non dimentica ciò che Giuseppe Zamberletti, il ministro varesino padre della Protezione civile, gli disse un giorno al telefono nel 2017: «Vada avanti».
«Gli avevo mostrato i miei studi sulle passerelle galleggianti, che erano in sostanza un’evoluzione del ponte di barche», rivela ora Aceti, «e lui mi esortò a proseguire nel progetto che avevo in mente, cioè la possibilità di camminare sul lago di Varese».
Incassato sei anni fa il placet di “Zorro”, che di infrastrutture e sicurezza si intendeva, ora non sarebbe azzardato aspettarsi l’apprezzamento di un ministro laghee come Giancarlo Giorgetti, il quale ben conosce l’isola microscopica donata nel 1962 dalla famiglia Ponti al Comune di Varese e al quale non farà certo piacere lo stato d’incuria in cui si trova. D’altronde, l’attuale titolare dell’Economia sarà approdato all’Isolino Virginia innumerevoli volte da ragazzo, sulla barca del padre Natale, stimato pescatore della Cooperativa ai tempi in cui il lago di Varese offriva 250 quintali di pesce persico all’anno. Preistoria, viste le attuali striminzite quantità.
ACQUE DA SMUOVERE
È dal 2015 che Aceti tenta di smuovere le acque istituzionali con le sue suggestioni lacustri. Nel 2021 finì sul Tavolo permanente del turismo il suo progetto di un percorso pedonale fra Capolago e la Schiranna di circa un chilometro, di cui 700 metri sotto forma di passerella galleggiante: è rimasto in uno dei cassetti di quel tavolo. Forse anche perché il costo finale dell’impresa sarebbe stato di 3,5 milioni di euro. Se ora l’ingegnere varesino ripropone l’idea di attraversare il lago di Varese con un sistema alternativo a natanti e imbarcazioni è proprio per riportare i riflettori sul sito Unesco, il più antico insediamento palafitticolo dell’Arco Alpino: è rimasto chiuso al pubblico tutta l’estate e lo è tutt’ora, nonostante le buone intenzioni di Palazzo Estense che pochi mesi fa ha affidato l’intero “pacchetto lago” (Schiranna e Isolino) a un nuovo gestore.
PATRIMONIO DA RILANCIARE
Nell’ottica di un rilancio in grande stile di questo Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in vista cioè di tempi migliori, dall’ingegnere varesino giunge l’invito a riconsiderare l’idea di realizzare una passerella sospesa fra l’Isolino e il più vicino comune di Biandronno: circa 150 metri fra le due sponde. «Metto a disposizione questi lavori per aprire un tavolo di discussione, senza preconcetti, con Regione, Provincia e Comuni rivieraschi», dice Aceti mentre mostra i disegni che contestualizzano la passerella in quattro suggestivi momenti: al tramonto accanto a una barca di pescatori, in bicicletta, facendo nordic walking e perfino sci di fondo. Non un sistema di piattaforme galleggianti come quelle allestite da Christo sul lago d’Iseo nel 2016 ma una struttura sospesa a un metro e mezzo dall’acqua, stabilizzata da ancoraggi eco-compatibili (massi rocciosi o cemento ecologico) e bloccati sul fondale a una profondità che oscilla tra gli 11 e i 26 metri.
«Non sarebbe una struttura irreversibile, ormai esistono tecniche di cantierizzazione e costruttive tali da interferire il minimo possibile sull’ambiente», spiega il progettista, sottolineando inoltre la possibilità di realizzare un pontile retrattile per gestire i flussi di turisti diretti all’Isolino.
I FONDI NECESSARI
Resta il problema dei fondi: servirebbero circa 700mila euro complessivi. «I costi potrebbero essere sostenuti partecipando a bandi pubblici», suggerisce Aceti, «o attraverso un partenariato pubblico-privato. Perché no?, potrebbe anche essere istituita una tariffa simbolica per accedere alla passerella. Ma, prima di tutto, è necessario che vi sia la volontà di aprire il confronto su questa proposta». Non per altro: sul lago di Como pare si stiano smuovendo le acque in questa direzione. Sarebbe imbarazzante se Varese si facesse soffiare l’idea.
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