LA CERIMONIA
«Varese mi ha cambiato la vita»
Alessandro Ballan, vincitore del Mondiale 2008, ha ricevuto il premio Aldo Sassi. I ricordi dell’impresa sulle strade varesine
Con Auro Bulbarelli a fare rivivere gli ultimi metri del Mondiale si è conclusa la cerimonia di consegna ad Alessandro Ballan del premio in ricordo di Aldo Sassi, voluto da Franco Minetti e consegnato dalla moglie Marina Marini Sassi.
Alessandro Ballan oggi, giovedì 28 settembre, è tornato a Varese in occasione dei quindici anni dalla sua vittoria nel Campionato del Mondo dei professionisti datata 28 settembre 2008: «Varese è divenuta nel tempo la mia seconda casa - ha affermato Ballan - quando sono da queste parti mi piace ripercorrere le salite del Mondiale del 2008, lo strappo del Montello, la salita dei Ronchi e tornare al ricordo di quel giorno. Passa il tempo e la gente quando mi trova in ogni parte del mondo associa la mia immagine a quella della città di Varese». Queste le parole dell’iridato in Camera di Commercio a Varese con Renzo Oldani e Anna Deligios che sorridono compiaciuti in un contesto che vede sulle pareti le immagini di tutta la formazione azzurra in corsa in quel Mondiale.
La giornata voluta da Maurizio Gandini con la collaborazione di Ciclovarese e della S.C. Orinese è continuata all’ippodromo di Varese, dove quel Mondiale si concluse. All’appuntamento non hanno voluto mancare due degli alfieri azzurri della formazione guidata da Franco Ballerini: Luca Paolini e Andrea Tonti.
Per i colori italiani il Mondiale varesino ha rappresentato la terza vittoria consecutiva dopo le due affermazioni di Paolo Bettini, e resta l’ultima per i colori azzurri nella prova regina del ciclismo internazionale. Sui social Ballan ha scritto scritto: «Ci sono giorni che ti cambiano la vita».
Il corridore di Castelfranco Veneto ha ribadito: «Per me la vittoria a Varese ha rappresentato questo. Dal punto di vista sportivo è stato un momento di svolta, anche se avevo già conquistato un Giro delle Fiandre. Ma il Mondiale è il Mondiale e ti permette di indossare una maglia per un anno intero, un segno distintivo che quando partecipi a una gara è come se ogni volta fossi il vincitore visto le attenzioni che tutti ti riservano». Rivelando che nella notte precedente il Mondiale... «Ho sognato di scattare sui Ronchi e di arrivare solitario al traguardo. Poi il sogno si è avverato. E qualche anno prima ero nel giardino di casa mia ero con mia sorella e quando abbiano visto una stella cadente ho espresso un sogno: vincere un Mondiale. La sera della vigilia proprio lei mi telefonò, non ci sentiamo molto spesso, e mi ricordò quel particolare».
Tonti e Paolini continuano: «In quel Mondiale eravamo tutti al servizio di Paolo Bettini: due giorni prima ci aveva comunicato che avrebbe corso a Varese per l’ultima volta ed eravamo tutti convinti a fare concludere la grande carriera di Paolo con una nuova vittoria in quel Mondiale di casa, davanti ai tanti tifosi italiani in una cornice eccezionale».
Poi la tattica di gara venne cambiata in corsa, nel gruppetto di testa restano tre azzurri; Rebellin, il regista della squadra in gara, Ballan e Cunego. «Dobbiamo scattare a turno e cercare di vincere in solitaria, ci disse Rebellin nel finale - continua Ballan -. In volata io non ero certo il favorito, e allora provai a scattare più volte fino all’allungo decisivo in piazza Monte Grappa. Mi girai solo prima dell’entrata all’ ippodromo e, quella che era stata un’agonia, negli ultimi due chilometri si trasformò in gioia».
© Riproduzione Riservata