INTEGRAZIONE
Gli alpini arruolano i richiedenti asilo
Volontari della Ballafon al lavoro per la Festa della montagna

Ancora una volta sono gli alpini a dare l’esempio. Loro, che non temono confronti sulle vie più ripide e faticose, questa volta si sono incamminati su un sentiero ancora in gran parte da tracciare. Un percorso che si snoda nel verde del Parco del Campo dei Fiori, ma che è idealmente costruito su idee e atteggiamenti grazie ai quali, evitando i baratri dei pregiudizi, si possa puntare alla vetta del dialogo fra culture diverse, dell’integrazione e della convivenza civile.
Perché oggi, al Campo dei Fiori, a preparare la mega festa della montagna che si aprirà giovedì 9 alle 11, a fianco degli alpini, ci sono anche i giovani richiedenti asilo della cooperativa Ballafon. Già venerdì scorso, al momento di innalzare la tensostruttura che ospiterà pranzi e cene, all’ombra del Grand Hotel, sei di loro hanno dato una mano a caricare e scaricare tavoli, sedie e attrezzature.
«È stata un’esperienza positiva per noi e per loro - commenta Antonio Verdelli, a capo del gruppo varesino dell’Associazione nazionale Alpini - per questo attendiamo volentieri i ragazzi che ci daranno una mano a collocare cibi, bevande e quant’altro, in modo che giovedì tutto possa iniziare nel migliore dei modi».
L’idea di “aprire” la festa della montagna ai richiedenti asilo è nata sul terreno della concretezza. «L’idea è venuta dal prefetto, cui stavamo illustrando quanto quest’anno fosse impegnativo per le nostre forze organizzare la manifestazione» spiega Verdelli. «Così - prosegue - ci siamo messi in contatto con il Comune, che ci ha indirizzato alla cooperativa Ballafon. Ci siamo incontrati con i responsabili e abbiamo valutato la possibilità di chiedere ai ragazzi ospiti che già conoscessero l’italiano, se fossero disponibili a collaborare con i nostri volontari»
Il risultato? Venerdì scorso sei ragazzi, fra i venti e i 25 anni, hanno lavorato al Campo dei Fiori. E oggi a impegnarsi con entusiasmo saranno in otto.
«In questo modo - conclude Verdelli - noi abbiamo potuto contare sull’aiuto di forze fresche; loro su un’esperienza all’interno di una manifestazione storica, che a Varese non ha bisogno di presentazioni e che saprà attestare positivamente il loro contributo volontario. Insomma, per entrambi si sta rivelando un’opportunità. Fra l’altro permette a noi di avvicinare un mondo e una problematica che in genere viviamo solo attraverso giornali e Tv; e a loro di sentirsi utili. E intanto, insieme, stiamo imparando a conoscerci e a fidarci gli uni degli altri».
«Il lavoro dà dignità - afferma a sua volta Thierry Dieng, della cooperativa Ballafon - e gli alpini stanno offrendo ai richiedenti asilo un modo per dimostrare impegno, ma anche opportunità di formazione, senza dimenticare la possibilità di relazionarsi con la comunità varesina».
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