LA TRAGEDIE
Quei sorrisi ormai spenti: le donne uccise nel Varesotto
Sgozzate, accoltellate o fatte a pezzi da chi amavano: ecco le vittime di questi anni nel nostro territorio
Strangolate, prese a martellate, accoltellate, stordite con i farmaci: sono alcune delle modalità con cui 11 donne dal 2002 sono state uccise in provincia di Varese dai loro mariti, compagni ed ex. I motivi? Gelosia, volontà di sopraffazione, scatti d’ira improvvisi, la non accettazione della fine della relazione. In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale della violenza contro le donne, ricordiamo le vittime dei casi più eclatanti di femminicidio accaduti in provincia di Varese e Altomilanese. Con la speranza che i loro volti rimangano impressi a lungo: ogni giorno le donne subiscono ingiustizie e sono vittime delle violenze più varie (fisica, sessuale, stalking, cat-calling) e troppo spesso la loro vita viene troncata dagli uomini che loro stesse amano, padre, fidanzato o marito, e con cui si sono sempre sentite al sicuro.
COSIMA GRANATA (2002, Varese)
Uccisa il 25 settembre 2002 dal marito Rosolino D’Aiello, ex carabiniere, nella stanza al primo piano del Tribunale di Varese, alla presenza del giudice e degli avvocati. Era in corso l’udienza per il divorzio, quando l’uomo estrasse dalla tasca una pistola calibro 9 e sparò prima un colpo rivolto alla testa della donna, poi altri tre. Sembra che l’uomo non volesse corrispondere l’assegno di mantenimento alla moglie, dalla quale era separato da oltre tre anni. Dopo aver sparato D’Aiello rimase in piedi, impietrito.
MARIANNA RICCIARDI (2011, Samarate)
Massacrata il 14 novembre 2011 con una scacchiera di marmo dall’amante Domenico Cascino, nella villetta dove la donna viveva con il marito Luca e la loro bambina di 7 anni. Al culmine di una violenta lite, scoppiata perché Marianna gli avrebbe ribadito di voler troncare la loro relazione, lui iniziò a picchiarla selvaggiamente. «Non uccidermi ti prego, pensa alla mia bambina», lo supplicò. Dopo la mattanza, Cascino si lavò completamente nel bagno della famiglia, imbrattando gli asciugamani e cercò di alterare la scena del crimine simulando un furto.
MARJANA GRISHAJ (2015, Gallarate)
Accoltellata dal marito Gjin Preducaj con un unico fendente alla gola. Un movente per questo delitto non emerse mai: non c’erano tensioni tra loro e pochi giorni prima la donna confidò felice al marito di aspettare il terzo bambino. L’uomo però era martellato dalla gelosia e gli venne un tarlo: possibile che la moglie avesse un amante e che fosse incinta di un altro uomo? Nella notte tra l’8 e il 9 dicembre 2015 prese un coltello, si diresse verso la camera matrimoniale, si chinò su Marjana e la sgozzò con un taglio netto alla giugulare. L’uomo è morto in carcere nel 2021.
STEFANIA AMALFI (2015, Varese)
Stordita con i farmaci e soffocata il 26 aprile 2015 dal marito Alessandro Argenziano per incassare la polizza sulla vita che la donna aveva sottoscritto e intestato proprio a lui, come unico beneficiario in caso di morte. Per simularne il suicidio, le mise una calza al volto e poi allertò i soccorsi.
LORETTA GISOTTI (2016, Laveno Mombello)
Ammazzata dal marito Roberto Scapolo il 16 luglio 2016. All’origine del delitto vi fu l’ennesimo screzio tra i due coniugi, quel giorno in partenza per la Toscana: la donna lo avrebbe rimproverato per la disposizione dei bagagli nel baule dell’automobile, lui a quel punto impugnò un martello e la colpì l tre volte alla testa, per poi strangolarla. «Mi ha guardato male e l’ho uccisa. Non avrei mai voluto farlo e ora posso solo dire che mi dispiace e che risarcirò i suoi familiari con tutto quello che ho».
FRANCESCA LE PERA (2015, Gerenzano)
Accoltellata dall’ex marito Angelo Barberio il 12 aprile 2015. Incapace di accettare la separazione, quando la donna varcò la soglia di casa sua, le saltò addosso con furia cieca e la colpì al torace, due fendenti raggiunsero cuore, polmoni e aorta. Dalle intercettazioni captate in carcere durante i colloqui con i familiari, l’uomo avrebbe detto: «Mi sono tolto un peso dal corpo, mi bruciava troppo, era tutta una cosa premeditata». E alla domanda «perché l’hai fatta venire a casa?», la risposta fu: «Per ammazzarla, altro che andare a scopare qua e là. Voleva farmi fesso, le corna. A me?».
AAN JUNG HE (2016, Cardano al Campo)
Uccisa dal marito Park Dahe durante la luna di miele, all’hotel Ibis. Secondo i testimoni i due, sudcoreani, non avrebbero fatto altro che litigare: nessuno pensava che la discussione potesse degenerare ma l’attenzione schizzò alle stelle quando le urla della donna trapassarono le mura della camera. La notte del 18 maggio 2016 Aan fu vista aggrappata al parapetto, con le gambe fluttuanti nel vuoto: Park l’avrebbe spinta giù. Lui si dichiara innocente: «Io amavo mia moglie, non le avrei mai fatto del male».
DEBORA FUSO (2016, Magnago)
Trafitta per venti volti il 16 maggio 2016 dal partner Arturo Saraceno, con il coltello con cui stava affettando il salame per il pranzo. Quel giorno la discussione degenerò in aggressione e sfociò nell’omicidio. «Io vorrei portarle i fiori al cimitero», ripeteva spesso dalla cella in cui era rinchiuso e dove in seguito si impiccò.
DIANA KONI (2017, Busto Arsizio)
Uccisa il 14 giugno 2017 da Muhamed Vrapi nella loro abitazione con 34 coltellate e lesioni profonde 20 centimetri. La vittima aveva deciso di andare via di casa dopo 38 anni di matrimonio perché il marito aveva ritrovato una vecchia fidanzata con cui si sentiva con frequenza morbosa.
VALENTINA DI MAURO (2022, Cadorago)
Nata e cresciuta a Varese, il 25 luglio 2022 fu accoltellata dal compagno Marco Campanaro, con il quale conviveva nella casa nel Comasco dove è avvenuto il delitto. Al culmine di una lite, lui la aggredì con un coltello e la inseguì fino in bagno, dove lei aveva tentato di rifugiarsi, urlando e chiedendo disperatamente aiuto. Lì la uccise a coltellate. Gli amici della vittima hanno detto: «Valentina era un angelo»
STEFANIA PIVETTA E GIULIA MAJA (2022, Samarate)
Colpite violentemente al capo con un martello, mentre dormivano nei loro letti, dal padre Alessandro Maja. Nella notte fra il 3 e 4 maggio 2022 ferì, inoltre, il figlio, Nicolò, di 23 anni, trasportato all’ospedale di Circolo di Varese in condizioni gravissime. L’uomo, ferito in seguito a un atto di autolesionismo, fu trasportato all’ospedale di Busto Arsizio.
CAROL MALTESI (2022, Rescaldina)
Madre di un bambino di 6 anni e starlet del porno amatoriale, nota con il nome di Charlotte Angie, la ventiseienne Carol Maltesi l’11 gennaio 2022 fu uccisa con 13 martellate e una coltellata alla gola da Davide Fontana. Fu poi fatta a pezzi, congelata, conservata in freezer per tre mesi e scaricata in Valcamonica nei sacchi della spazzatura. Durante l’udienza, l’uomo avrebbe reso dichiarazioni spontanee, dicendo di essere pentito e di non aver premeditato il delitto.
PINUCCIA ANSELMINO (2023, Cuasso al Monte)
Uccisa dal marito Pierluigi Lachi: il 25 ottobre 2023 l’ottantenne impugnò una pistola e ferì la moglie sparandole alla testa, per poi rivolgere l’arma verso se stesso e suicidarsi. La donna fu trasportata al Pronto soccorso di Varese in condizioni disperate e morì alcune ore dopo. «Sono esaurito», avrebbe detto Pierluigi Lachi durante una telefonata con un suo amico d’infanzia.
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