SERIE A
Varese torna a casa: si suda a Masnago
Sensazioni e riflessioni dopo il termine del ritiro a Chiavenna: la sorpresa Waller, i dubbi Pelle
Varese 2017/’18, impressioni in libertà dopo la conclusione del ritiro di Chiavenna: otto giorni a ritmi elevati in allenamento e la convincente vittoria nell’amichevole con la Sam Massagno.
L’IDENTITÀ CONDIVISA La prima uscita ha dato corpo sul campo al lavoro di pianificazione della nuova squadra condiviso in sede di campagna acquisti dalla troika Caja, Coldebella e Bulgheroni. La Varese di Artiglio è esattamente quel che ci si poteva aspettare dall’allenatore pavese e dai giocatori scelti in estate - in funzione delle risorse disponibili - per interpretare al meglio il tipo di pallacanestro che piace al coach biancorosso. Quel che s’è intravisto a Chiavenna è la logica evoluzione di un progetto nel quale l’area tecnica ha proposto al tecnico giocatori adatti alla sua visione del basket, e le motivazioni emerse nei colloqui tra il coach e gli atleti prima delle firme si sono riverberate sul campo con un atteggiamento graffiante in difesa e una costante ricerca dell’uomo libero in attacco. In assenza di talenti cristallini alla Maynor o alla Dominique Johnson, sarà sempre e comunque il sistema il punto di riferimento di una Varese che nelle idee di Caja potrà anche perdere delle partite contro rivali superiori, ma non lascerà mai nulla d’intentato per ribaltare pronostici (spesso) avversi.
WALLER BUM-BUM L’unico giocatore che ha rubato l’occhio dei tanti tifosi presenti è stato Antabia Waller, il meno conclamato degli acquisti estivi ma pure quello più adatto a finalizzare le tante conclusioni aperte che la circolazione di palla ha creato. L’esterno della Georgia ha uno spiccato feeling col canestro quando può caricare la sua morbida sospensione; chiaro che andrà rivisto contro difese più ruvide e contro situazioni tattiche specifiche per limitare le sue doti migliori. Ma in attesa di vedere all’opera Wells, e con Avramovic che ha confermato le sue propensioni più da incursore che da organizzatore del gioco (anche se nel 2017/’18 sarà più utile in quella veste), contare su un esterno con la mano calda è una bella sicurezza.
PELLE E LE MOTIVAZIONI L’esplosivo centro di Antigua non è ancora entrato a tutti gli effetti nel gruppo. Colpa di una caviglia malconcia dopo l’Asia Cup disputata col Libano che l’ha costretto ad allenarsi a scartamento ridotto: ora si dovrà stabilire se tenerlo ai box per qualche giorno per consentirgli di recuperare al 100 per cento. Aspetto chiave per vederlo all’opera in campo e capire se è in grado di parlare la stessa lingua in termini di entusiasmo, disponibilità e impegno quotidiano del resto della truppa. Quando il centro caraibico aveva lasciato Varese in maggio aveva svuotato l’appartamento, segnale chiaro del fatto che non si aspettava di tornare in biancorosso a dispetto del secondo anno di contratto: dopo aver sognato la Nba e l’Europa con relativi salari a 6 cifre, il risveglio a fine mercato - tanti l’hanno considerato ma nessuno ha bussato in piazza Monte Grappa per aprire una trattativa sull’importo del buyout - rischia di diventare assai brusco. Soprattutto se l’atleta del 1993 non si renderà conto che una grande stagione a Varese, proseguendo nel percorso di crescita, è indispensabile per trasformare quello che al momento è un potenziale intrigante ma limitato e incompiuto in reali mezzi da giocatore di alto livello.
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