ANAGRAFE
Varese: un neonato su 4 è straniero
I dati degli ultimi due anni indicano che la percentuale cresce. Primi i bambini di cittadinaza albanese
Tra i bambini che sono stati registrati all’Anagrafe di Varese negli ultimi due anni, il 23 per cento ha cittadinanza straniera. Emerge dai dati dello stesso ufficio anagrafe varesino.
Nello specifico, nel 2022 e nel 2023 sono stati registrati all’anagrafe di Varese 1.022 bimbi, dei quali gli italiani sono 789, pari al 77,20 per cento. In questo numero sono compresi anche i bambini figli di stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana.
Seguono i bambini con cittadinanza albanese, che sono 36, (il 3,5 per cento). Poi, al terzo posto per gruppo più numeroso, troviamo egiziani e salvadoregni, a quota 21: entrambi si situano al 2 percento.
Tanti anche i nigeriani: 15 nati a Varese negli ultimi due anni (1,4 per cento); 14 i neonati con cittadinanza del Bangladesh, così come quelli dell’Ucraina e dello Sri Lanka. Con 10 bimbi per gruppo, poi ci sono i Peruviani e gli Ivoriani.
Con numeri inferiori sono rappresentate molte altre cittadinanze, fino a coprire praticamente tutto il mondo. Ad esempio troviamo otto tunisini, nove marocchini, sei rumeni, sei senegalesi, cinque domenicani e cinque pachistani.
L’Europa è rappresentata dalla Grecia (1 bimbo), dalla Spagna (1 bimbo), dalla Francia (2 bimbi). Non mancano bambini algerini, filippini e del Ghana. Solo due i cinesi, così come sono due i bimbi del Mali, dell’Afghanistan, del Camerun. Un bimbo ha cittadinanza americana. Sono anche rappresentate le cittadinanze di Togo, Russia, Turchia, Siria, Sierra Leone, Lituania, Armenia, Etiopia, Gambia, Guinea, India, Iraq, Sudan, Colombia e Burkina Faso.
Attualmente, sui banchi della scuola primaria di Varese gli alunni stranieri sono complessivamente il 10 per cento, anche se in alcuni quartieri - come Biumo, San Fermo e Belforte - la percentuale può toccare il 30 per cento. A fronte di questi numeri, e dei tanti bambini che hanno cittadinanza estera pur essendo nati in Italia, che possono avere problemi di apprendimento legati al bilinguismo ma che sono perfettamente integrati nel nostro Paese, è giusto pensare di mettere un tetto ai bambini stranieri come aveva proposto qualche settimana fa il ministro Giuseppe Valditara?
«Spesso i cosiddetti “stranieri” sono bambini che sono nati in Italia, che hanno frequentato i nostri nidi, le nostre scuole dell’infanzia e le nostre primarie. Dovrebbe essere messo in atto lo “Ius soli”. Mettere un tetto al numero di stranieri è un modo miope di affrontare una situazione che non è più emergenza, ma realtà» è il commento dell’assessore ai servizi educativi Rossella Di Maggio.
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