L.elettorale
Vescovi: giudici fanno leggi elettorali, politica non lavora bene
Elezioni non siano diversivo, problemi vanno risolti non rimandati
Roma, 26 gen. (askanews) - L'Italia "non è un paese normale" se la politica abdica dalle sue funzioni per delegarle ad un altro potere statuale come quello giudiziario. Lo ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, il quale ha risposto così, nel corso di una conferenza stampa in occasione della conclusione dei lavori del Consiglio permanente della Cei, a chi gli chiedeva un commento sulla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale. "È sotto gli occhi di tutti - ha detto il presule - che oggi le due ultime leggi elettorali sono il frutto di un pronunciamento dei giudici. Questo significa, evidentemente, che la politica non ha fatto bene il suo lavoro. Ma - ha proseguito - non è un Paese normale quello nel quale è la magistratura a dettare i tempi e i modi alla politica".
Monsignor Galantino ha, poi, auspicato che la stessa politica, prima di pensare a un possibile ritorno alle urne, rifletta perché "chi è incaricato e pagato per far funzionare il sistema politico non sa farlo mentre ci sono altre persone che lo stanno facendo al posto loro. Ripeto - ha concluso - che non è un paese normale quello dove ogni decisione viene presa dopo che un altro organismo dello Stato ti dice se sei legittimato o no a fare qualsiasi cosa".
Per il segretario della Cei "non sono importanti i tempi per giungere alle elezioni. Anche perché le elezioni possono essere un diversivo, usate solo per chi si vuole contare, anche all'interno di una stessa compagine partitica, o per capire chi vuole comandare. Il mio auspicio, invece, è che le elezioni, quandunque si facciano, costituiscano una risposta concreta alle domande, anche drammatiche, degli italiani". Pur ribadendo che non spetta ai vescovi entrare in questioni così specifiche come i tempi di una consultazione elettorale, monsignor Galantino ha però risposto alle domande dei giornalisti, aggiungendo che "è triste vedere come, alle volte, sta emergendo il costume di usare strumenti importanti della democrazia come le elezioni per strumentalizzarli o piegarli ad altri fini. Le elezioni - ha continuato - devono essere un modo concreto per contribuire a risolvere i problemi e non per rimandarli".
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