LA PROTESTA
Vigili del fuoco sul piede di guerra
In provincia di Varese mancano ottanta pompieri. I sindacati: «Pronti a scendere in piazza»
Mancano ottanta vigili del fuoco, in provincia. Questo è il numero minimo perché l’organico possa rispondere al meglio a tutte le chiamate di soccorso, senza essere obbligati, come ormai accade da tempo, di volta in volta a chiudere dei distaccamenti perché non c’è personale sufficiente a coprire tutti i turni.
Così ora gli uomini sempre in prima linea negli incendi, ma anche negli incidenti stradali quando c’è da estrarre persone incastrate, mettere in sicurezza le auto oppure ancora negli allagamenti e nelle alluvioni, hanno deciso di dire basta.
«Siamo pronti a scendere in piazza, o ad attuare altre misure come lo sciopero. Questa volta non si può più procrastinare: il problema del personale insufficiente va risolto», tuonano tutte e quattro unite le sigle sindacali che rappresentano in totale, tra Varese e Varesotto, circa 250 uomini sui 460 dei quali è composto attualmente il Corpo del comando provinciale.
Con una lettera firmata da Massimo Isgrò per Fns Cisl, Marco Franzetti per Cgil, Agazio Galizia per Uil Pa e Michele De Filippis per Conapo, vengono fatte presenti anche a tutta la cittadinanza quelle che sono le criticità all’interno della categoria. Criticità che ovviamente si ripercuotono sulla qualità del servizio, perché numero di uomini sufficiente a tenere aperti i distaccamenti significa anche più tempismo nell’evadere le richieste di soccorso. E i pompieri, a questo, ci tengono. Da qui la protesta.
«Già il 2 agosto scorso, avevamo proclamato lo stato di agitazione, un’azione dovuta ai lavoratori e ai cittadini della nostra provincia - si legge nella nota congiunta -. Questo serviva a segnalare la disastrosa situazione del personale del Comando provinciale di Varese. Il 28 agosto si è poi svolta alla direzione regionale una riunione alla presenza del direttore Dante Pellicano e dei nostri rappresentanti sindacali. Il direttore regionale aveva garantito che avrebbe fatto presenti le nostre problematiche al capo del Corpo nazionale, cercando per quanto possibile di mitigare la situazione».
Ma, è la desolata conclusione, sono trascorsi quasi due mesi e invece che vedere risolti i problemi, «la situazione è addirittura peggiorata».
A che cosa è dovuto questo aggravarsi?
«Di fatto un quinto del personale è assente, ormai tutti i presìdi sul territorio lavorano al di sotto dei numeri minimi e quindi si è costretti a chiudere alcune sedi di servizio - riprendono le rappresentanze sindacali -. I vigili non stanno più usufruendo delle ferie, per cercare di garantire il soccorso alla cittadinanza, per non parlare dei corsi di specializzazione: ormai sono un miraggio. E come sarebbe possibile seguirli, con questi numeri?».
© Riproduzione Riservata