PATRIMONIO
Villa Mirabello andrà online: nasce un “archeocatalogo”
Accordo tra Comune e Insubria: si lavorerà su 9.000 reperti
Viaggia online il patrimonio archeologico custodito a Villa Mirabello. Accordo tra il Comune e l’Università per mettere mano nei depositi dei musei civici. E rivoluzionarli. Qui sono conservati ben novemila oggetti che attendono in gran parte di essere valorizzati. Si tratta di un vasto patrimonio che lo Stato ha concesso dal 1937 al 2011 a Palazzo Estense appunto ai fini della valorizzazione.
Lo dice il buonsenso, che è necessario sapere quali tesori storici e culturali, e in questo caso archeologici, si possiede, e lo sostiene anche la normativa. La legislazione vigente indica infatti la necessità di effettuare attività di ricerca scientifica e studio, oltre che di divulgazione culturale e documentazione, dei beni, e di curare in via permanente l’inventario e la catalogazione.
Da qui il via libera dato dalla giunta Galimberti a una convenzione con l’Università degli studi dell’Insubria, affinché possa avviare un progetto scientifico per studiare e catalogare gli oggetti custoditi.
La convenzione riguarda in particolare il Centro di Ricerca in Osteoarcheologia e Paleopatologia del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita diretto dal professor Giovanni Bernardini.
I ricercatori dell’ateneo insubre si impegneranno a studiare gli oggetti, la loro provenienza e lo stato di conservazione. Inoltre, i dati raccolti confluiranno su un supporto informatico mediante l’utilizzo di un particolare software, le cui caratteristiche saranno concordate con la Sovrintendenza.
Dei novemila reperti, circa duemila faranno parte di un catalogo online (secondo gli standard catalografici indicati dal Ministero dei Beni Culturali).
Spiega Roberto Cecchi, assessore alla Cultura e al Turismo: «L’obiettivo dell’amministrazione è di valorizzare il patrimonio archeologico dei Musei Civici di Varese che è conservato sia a Villa Mirabello sia all’Isolino Virginia e per farlo è necessario avviare progetti di conoscenza, di studio e di ricerca. Si tratta di un intervento quanto mai necessario e documentato dagli accertamenti effettuati dalla direzione museale sullo stato di fatto della conoscenza del patrimonio archeologico».
Infatti la raccolta degli elenchi dei reperti depositati dallo Stato a Villa Mirabello «è inadeguata rispetto ai moderni standard catalografici, priva di immagini identificative e in alcuni casi risale ai primi decenni del secolo scorso».
Inoltre la catalogazione è stata sollecitata anche dalla Sovrintendenza in una nota indirizzata al Comune.
Da qui l’accordo con l’Università dell’Insubria che potrà apportare benefici alla conoscenza del patrimonio archeologico, ma anche garantire un avanzamento degli studi sull’Isolino Virgilia, che è bene Unesco e patrimonio dell’amministrazione comunale, e potrà consentire, conclude l’assessore Cecchi, «una migliore cognizione del patrimonio dei Musei Civici».
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