IL FENOMENO
Violenze sulle partner: tre allontanati
Maschi gelosi e prepotenti: un bustocco, un tunisino e un marocchino denunciati e a distanza di sicurezza dalle ex partner
Distanza di sicurezza è la misura cangiante dello spazio che deve intercorrere tra due corpi per evitare che vengano a contatto in modo violento.
Distanza di sicurezza è la misura che anche il codice di procedura penale ha adottato per evitare che famigliari tra loro in disaccordo, si ritrovino vis a vis, scatenando l’uno sull’altro o a senso unico rabbie represse e violenze bestiali.
Negli ultimi giorni, la distanza di sicurezza ovvero il divieto d’avvicinamento è stato imposto a tre uomini che hanno sin qui perseguitato le proprie compagne o ex compagne, usando loro violenze quotidiane.
L’ultimo caso è toccato scoprirlo ai poliziotti del Commissariato di Busto Arsizio.
A un bustocco di 35 anni è stato infatti vietato d’avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla ex compagna.
La misura cautelare, emessa dal Gip su richiesta della pm Chiara Monzio Compagnoni, è stata adottata dopo che interventi e indagini dei poliziotti avevano evidenziato la gravità delle condizioni in cui versava la vittima almeno dalla metà del 2015.
Da allora il compagno, incurante del fatto che la donna fosse in stato di gravidanza e della presenza di altri due figli piccoli, aveva iniziato a colpirla con schiaffi poi trasformatisi in calci, pugni, tirate di capelli, tentativi di strangolamento, minacce di morte e danneggiamenti degli arredi e delle suppellettili di casa.
Situazione provocata dall’incontenibile gelosia dell’uomo e ulteriormente peggiorata lo scorso mese di aprile, quando la donna ha trovato la forza di interrompere la relazione e di allontanare il compagno: in una circostanza il trentacinquenne è giunto a introdursi nell’appartamento della vittima dopo averne scavalcato il balcone e ad aggredirla, colpendola tanto violentemente da provocarle la perforazione di un timpano. Ora all’uomo, indagato per i reati di maltrattamenti e lesioni, è stato vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima con la possibilità, in caso d’inosservanza del divieto, che la misura venga sostituita con una più restrittiva, non esclusa la custodia in carcere.
Questo è stato l’ultimo episodio di una serie di analoghi eventi dei quali, negli ultimi giorni, si è occupato il Commissariato di Stato di Busto Arsizio e in particolare l’ufficio che segue specificamente i casi di violenza e di abusi commessi ai danni dei cosiddetti “soggetti deboli”, in particolare donne e minori.
Solo mercoledì 18 maggio , infatti, gli agenti hanno notificato a un tunisino di 52 anni residente in città la misura dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa emessa dal Gip su richiesta del pm Luca Pisciotta.
In questo caso le indagini avevano evidenziato abituali maltrattamenti fisici e verbali da parte dell’uomo nei confronti della moglie e dei quattro figli di tenera età, dettati dal fastidio provocatogli dai normali giochi e attività dei bambini e dalla volontà di tenere i famigliari isolati dal resto del mondo e al suo esclusivo servizio.
Appena due giorni prima infine, lunedì 16 maggio, i poliziotti di via Candiani hanno concluso le loro indagini notificando a un marocchino di 41 anni pure residente a Busto Arsizio la stessa misura cautelare, anche questa adottata dal Gip su richiesta del pm Pisciotta. In questo caso l’uomo, rendendosi responsabile di maltrattamenti e lesioni, aveva inferto ripetute minacce, offese e percosse (anche davanti ai figli) alla moglie, la quale aveva già ottenuto il divorzio in Marocco per le intemperanze dell’uomo legate anche alla sua familiarità con le sostanze stupefacenti ma che era costretta a subirne la presenza in casa.
La situazione era giunta a conclusione pochi giorni prima della notifica della misura quando la donna, in fuga dal marito con le figlie, dopo essere stata colpita alla testa, per strada aveva fermato una Volante di passaggio raccontando le proprie vicissitudini e consentendo quindi di avviare le indagini.
Resta da vedere se la distanza di sicurezza basterà a convincere i tre uomini violenti a desistere dai propri atteggiamenti malati. Augurandosi che in previsione della possibile detenzione in carcere, il divieto d’avvicinarsi abbia miglior sorte rispetto a quello analogo ma bistrattato, previsto dal codice della strada.
Altro servizio sulla Prealpina di sabato 21 maggio.
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