IL PROGETTO
A Casale Litta una Carovana che accoglie tutti
Con Exodus in cammino per l’Italia

Camminare insieme sulle strade del mondo, perché, come evidenzia don Antonio Mazzi, «ogni ragazzo è una strada e la Carovana è l’educazione che si fa strada, piedi che realizzano una profezia: c’è libertà dove ci sono relazioni autentiche». Su questi capisaldi si fonda la Carovana di Exodus, realtà nata nel 1984 in un parco della periferia di Milano, il Parco Lambro. Exodus oggi è presente in Italia e nel mondo con una quarantina di realtà con un’azione che si ramifica in ambiti e settori che vanno dalla storica accoglienza in strutture, al recupero del disagio sociale legato prevalentemente all’abuso di sostanze, alle Cooperative che sostengono i ragazzi a fine programma nelle attività lavorative.
ANCHE NEL VARESOTTO
Una presenza che è importante anche nel Varesotto, a Casale Litta, dove vi è una struttura che dispone di 20 posti per il recupero delle dipendenze, riabilitazione e reinserimento sociale, con la relazione educativa che è sostenuta da attività di gruppo, attività sportive, attività lavorative interne, laboratori di pasticceria e pizzeria e attività di volontariato. Sono una quindicina i ragazzi della Carovana 2025 del Progetto Exodus, la proposta educativa ideata da don Antonio Mazzi per affrontare il dramma della droga, l’eroina, che in quegli anni falciava centinaia di ragazze e ragazzi in tutta Italia. La Carovana del 40esimo è partita a fine maggio con la tappa internazionale in Madagascar, poi è rientrata in Italia e da Villadosia ha raggiunto Varese, quindi sta attraversando l’Italia (è ormai alle porte di Palermo) e fino ad ottobre percorrerà svariate centinaia di chilometri in bicicletta, lungo decine di tappe nelle quali si stanno svolgendo incontri formativi e divulgativi. «La carovana è lo strumento educativo forte, importante. Oggi siamo qui sulle strade d’Italia a rappresentare una comunità che sta camminando – spiega Marco Pagliuca, presidente della cooperativa 4exodus ed educatore referente per la carovana -. In viaggio, di tappa in tappa, incontriamo le nostre case, le nostre comunità, incontriamo persone, realtà molto accoglienti e tutto questo permette a noi tutti di crescere. Dopo 40 anni gli stessi risultati, le stesse emozioni e aspettative vengono in qualche modo rispettate. La carovana è ancora uno strumento attuale, sono emozionato nell’osservare i passi e la crescita personale di ogni ragazzo che sto accompagnando in questo viaggio: a vedere che si torna ad apprezzare il gusto della vita, ad amare le piccole cose».
IL GRUPPO CRESCE AL PASSAGGIO
Pagliuca sottolinea altri due aspetti importanti. «Il gruppo iniziale era di 10 ragazzi, ora siamo in 17: ci siamo infatti accorti che la Carovana “chiamava” al nostro passaggio e quindi alcuni ragazzi hanno scelto la carovana ed è stato naturale coinvolgerli in questo viaggio. L’altro tema è che passando per le nostre case di comunità ci siamo resi conto che abbiamo una responsabilità maggiore, che non è solo il fare questo percorso per noi stessi, ma che di ogni comunità ci stiamo facendo carico anche delle storie dei nostri compagni, e quindi ci sentiamo così anche più forti: questo viaggio non lo stiamo facendo solo per noi ma per tutti i ragazzi che stanno vivendo questo momento della loro vita».
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