CANNABIS
A Varese la prima street parade antiproibizionista

Quanti pregiudizi attorno alla cannabis. E quanta disinformazione. Chi sa, per esempio, che oggi è possibile acquistarla in farmacia, Asl e ospedali dietro prescrizione medica?
La legge italiana è severa sul consumo di cannabinoidi, ma il discorso cambia se l’assunzione avviene per motivi di salute. In questo caso di parla di cannabis terapeutica. Prodotta nell’Istituto chimico-farmaceutico militare di Firenze, venduta in barattoli e non a prezzo modico, la cannabis può essere inalata o bevuta per alleviare dolori e ansia, domare gli effetti collaterali della chemioterapia, i sintomi della Sla e della sclerosi multipla.
È anche per parlare di questo che domenica 28 maggio si tiene a Varese la prima street parade antiproibizionista della città. Un piccolo evento, se così si può dire, sostenuto da venticinque realtà locali e organizzato dal collettivo Prealp Hemp (hemp significa canapa).
Composto da una trentina di ragazzi tra i 18 e i 35 anni, tutti attivisti di vario genere, il collettivo si è formato di recente per provare a mettere in rete e valorizzare i giovani del territorio e le loro esigenze. Tra gli obiettivi del gruppo c’è la liberalizzazione equa e condivisa della cannabis, pianta criminalizzata oltremodo. La parata antiproibizionista servirà a raccontarne le tante virtù con la precisione del sapere scientifico.
Il vostro primo atto come Prealp Hemp è una parata antiproibizionista. Perché?
«Non è il primo atto: abbiamo già proposto diversi incontri culturali in cui si è affrontato il tema, che ci sta a cuore, con esperti, giornalisti e scrittori. La street parade sarà una festa durante la quale presenteremo le nostre idee, le nostre proposte e i dati relativi alla canapa: economia, autoproduzione, riduzione del danno, alimentazione e benefici terapeutici. Stiamo preparando molto materiale informativo che distribuiremo gratuitamente durante il corteo. Farci conoscere attraverso una festa di piazza serve ad abbattere il pregiudizio riguardo i consumatori di cannabis, sfatare uno spauracchio che ha subìto decenni di ingiusta repressione e che ora sta creando molto interesse nell’opinione pubblica».
Come sarà organizzata la sfilata?
«Il ritrovo è alle ore 14 in piazzale Trieste; da lì si partirà per attraversare buona parte del centro città e poi arrivare in piazzale Kennedy, dove ci fermeremo sino a tarda serata. I carri trasmetteranno musica di ogni genere perché ci interessano l’arte e le realtà alternative, che saranno le co-protagoniste dell’evento. Il momento è giusto, molti Paesi stanno sperimentando varie forme di liberalizzazione con positive conseguenze».
Molti storceranno il naso, diranno che sfilate per la droga libera.
«Ci aspettiamo critiche o giudizi fuori luogo perché sappiamo che non c’è informazione sulla cannabis e i suoi benefici. Agli occhi di certi varesini appariremo solo come extraterresti che invadono le vie con il rumore e la confusione. Poco importa, saremo lì per mandare un messaggio importante, per spiegare a tutti le nobili ragioni che muovono questa protesta. Se chi storce il naso fosse a conoscenza che nei Paesi dove l’utilizzo è regolamentato si è verificata una deflessione massiccia dei tassi di tossicodipendenza e di criminalità, forse inizierebbe a guardare la cosa con occhi diversi».
A questo punto ci vuole una spiegazione scientifica.
«La cannabis o canapa è una piante del genere angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Può essere classificata in tre ceppi principali: indica, sativa e ruderalis. La pianta contiene più di 150 cannabinoidi, molecole attive dal punto di vista medico/farmacologico e dalle molteplici capacità terapeutiche. Tra queste le più conosciute sono il Thc e il Cbd. Il primo è il principio responsabile della proprietà psicoattiva della cannabis. Il secondo non ha proprietà psicoattive ed è quello su cui punta l’attenzione la ricerca medica moderna».
Quali sono le sintomatologie sulle quali riesce a intervenire?
«La cannabis cura l’emicrania, allevia i sintomi di malattie croniche, cura il glaucoma, può contribuire al trattamento della sclerosi multipla, rallenta la crescita tumorale, previene l’Alzheimer, le crisi convulsive».
Tempo fa la canapa era molto usata anche nell’industria alimentare e tessile.
«Sì, cento anni fa l’Italia era il secondo produttore di canapa industriale al mondo e il primo per la qualità. Anche Varese aveva le sue aziende, come per esempio la Bernardini. Oggi due gemelli che discendono da questa famiglia girano l’Italia con il Museo Itinerante della Canapa per raccontare la storia della canapa da fibra con stoffe e filati antichi e moderni. Inoltre, rispolverando le potenzialità che questa pianta regala a bassissimo costo, ci sono realtà, come ad Azzio - Orino, da cui sono nate esperienze di coltura di canapa a scopo alimentare. La canapa è inoltre utilizzata in bioedilizia e per la rigenerazione di terreni».
Nel manifesto di presentazione della street parade sostenete che a Varese c’è un clima repressivo verso i giovani. Volete spiegare meglio?
«Ai giovani non vengono offerte possibilità concrete per coltivare i propri interessi: pochi spazi di aggregazione, innumerevoli controlli, spesso sanzionatori. Siamo costretti a rinchiuderci nei bar perché altro la città non offre! Servirebbero invece spazi comuni, fruibili da parte di chiunque abbia necessità di portare avanti progetti e condividerli, in cui ci sia un flusso e uno scambio continuo di idee e valori. La maggior parte delle proposte che facciamo, invece, vengono snobbate o costrette a ridimensionarsi. Eppure noi pensiamo che una città che si candida, come Varese, a Capitale italiana dei giovani 2018 debba almeno ascoltarne la voce. La parata di domenica ci pare una buona occasione per cominciare».
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