SINISTRA IN LUTTO
Addio a Donelli, comunista varesino
Sindacalista, consigliere comunale, parlamentare e segretario provinciale del Pci. Aveva 94 anni. Il ricordo di Rocco Cordì

È scomparso all’età di 94 anni Claudio Donelli, sindacalista e politico, segretario provinciale della Fiom-Cgil dal ‘54 al ‘61, poi segretario generale della Cgil. Nel 1968 era stato eletto segretario provinciale a Varese del Pci. Nel ‘64 era entrato in Consiglio comunale a Varese e nel ‘70 in Consiglio provinciale. Due volte a Roma: nel 1972 da deputato, nel 1976 da senatore.
Nel 2018, aveva pubblicato il libro autobiografico “Claudio Donelli. Comunista varesino”.
Una vita intera di impegno sindacale e politico.
Il ricordo commosso di Rocco Cordì: «Con lui ho percorso un lungo tratto di strada insieme nel Pci ed è grazie a lui, ai suoi consigli e incoraggiamenti che ho deciso di cambiare il corso della mia vita accettando la sua pressante richiesta di diventare funzionario di partito. La proposta mi venne avanzata in un contesto abbastanza particolare. Donelli era stato eletto Deputato alle elezioni politiche del 1972 e verso la fine dell'anno si presentò nella caserma dove stavo svolgendo il servizio militare. Una visita a sopresa che aveva suscitato grande scompiglio al Comando e successive richieste di chiarimento».
«Ma, ovviamente, non potevo certo svelare a loro il contenuto vero dell’incontro. Donelli era di passaggio a Imperia e aveva colto l’occasione per venire a trovarmi e convincerni ad accettare, finito il servizio militare, la proposta di iniziare l’impegno politico a tempo pieno. Evidentemente avevo superato bene la “prova” di segretario della Fgci, incarico da me svolto svolto mentre lui era segretario provinciale del PCI. Ci pensai a lungo e, alla fine mi arresi. E fu così che dal 1° maggio 1973 entrai a far parte del mitico “apparato”».
«Ma, aldilà di questo episodio, è la vita esemplare e l’impegno politico di Claudio Donelli che meritano di essere ricordati. Un percorso cominciato quando ancora aveva i calzoni corti. Aveva appena tredici anni e, a causa delle condizione di miseria in cui versava la famiglia dopo la prematura perdita del padre, dovette cercarsi un lavoro. Venne assunto alla Siai come apprendista meccanico. Qui pur non essendo coinvolto, per la sua giovane età, nelle azioni di sabotaggio messe in atto dai suoi compagni di lavoro per colpire e rallentare la produzione bellica, partecipò attivamente agli scioperi e alle riunioni sindacali e a quelle politiche da iscritto al Pci. Dopo il 25 aprile da membro della Commissione interna e segretario della sezione di fabbrica del Pci partecipa alla lunga lotta per la riconversione e la sopravvivenza della Siai. Nel “51 gli viene affidata la direzione della Camera del Lavoro di Sesto Calente. Comincia così il lavoro politico a tempo pieno prima nel movimento sindacale e poi al partito» ripercorre ancora Cordì. Che poi cita una frase di Donelli, contenuta nel libro autobiografico: la vita (scrive Donelli di sé) «...era simile a quella di altre centinaia di comunisti che si somo prodigati, in una zona difficile per la sinistra, a far progredire gli ideali di libertà e di giustizia propri del socialismo italiano».
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