LA SCOMPARSA
Addio a Ezio Motterle, funerali domani a Gazzada
Aveva 68 anni ed era stato responsabile della redazione varesina del Giorno. I messaggi di cordoglio

Un lutto per il giornalismo lombardo e l’informazione servita con impegno e rigore. Se n'è andato Ezio Motterle, 68 anni, per tanti anni corrispondente e poi responsabile della redazione varesina del Giorno. Lo ha logorato in meno di un anno una malattia con le sue complicanze. Anche per tutti noi della Prealpina una ferita profonda e un unanime rimpianto. Ezio aveva iniziato la carriera al Giornale, seconda testata varesina, nei primi anni '70. Poi il passaggio al Giorno che ha servito con spirito di sacrificio allevando alla sua scuola decine di cronisti. Sposato, Ezio Motterle aveva due figli. Alla famiglia le condoglianze della redazione.
I funerali saranno celebrati alle 9 di mercoledì 27 novembre nella chiesa parrocchiale di Gazzada Schianno.
IL RICORDO DI MARIO VISCO
Non c'è boss, nell'iconografia dei boss, che non smozzichi un sigaro. Non c'è cronista di razza, nell'iconografia del giornalismo dei tempi andati (oggi sarebbe denunciato dai controllori della sicurezza sul lavoro), che non lavori in una nuvola di fumo, costringendo la sua redazione alla finestra aperta anche se fuori il tempo lo sconsiglierebbe.
Così non c'è ricordo di Ezio Motterle che non sia legato a quest'immagine, nella sua stanza affumicata, al primo piano del palazzo fronte Tribunale, presidio di Giorno e Ansa, avversari della "mia" Prealpina.
Ricordo, purtroppo.
Perché Ezio stavolta s'è alzato dalla scrivania per andare a prendersi la notizia delle notizie, quella che sa di mistero. Quella da cui non c'è ritorno e per la quale il bravo cronista subisce la beffa di aver visto senza poter raccontare. Per me Ezio è solo uscito, alle canoniche ore 12 di ogni mattina lavorativa, a comprare il pane, chiosando sui menabò girati con puntualità svizzera alla redazione milanese, con compiaciuta risata da orso e gli occhi strizzati dietro un paio d'occhiali che ne schermavano la grande umanità. Professionista vero, sgamato di pensiero e svelto di penna, anche se pareva perennemente assiso sul suo scranno di caposervizio, sono sicuro che si sarà già intrufolato laddove la notizia diventa verità conclamata. Quel che su questa Terra, nonostante onestà intellettuale e mille sforzi, è impossibile raccontare.
Buon volo, carissimo Ezio.
IL RICORDO DI ROBERTO PACCHETTI
La scomparsa di Ezio Motterle, uno dei migliori cronisti espressi dalla provincia di Varese, è un colpo basso, durissimo da accettare. Ezio per me è stato un maestro, un amico, un esempio. Solo a Lui, e al suo storico sodale e compagno di cene Alessandro Casarin, devo l'ingresso in Tgr Rai, 25 anni fa. Lavoravo per Rete 55, ero collaboratore del Giorno per lo Sport, con Ezio contatti quotidiani fatti di risate, scherzi, e tanto lavoro. " Ciao, domani devi andare a Milano, in corso Sempione. Ti fanno un colloquio per un contratto allo Sport Regionale". Risposta " Ma piantala Ezio con sti scherzi, dai che devo finire il pezzo" e metto giù il telefono. Meno male che mi ha richiamato. Era vero. E la mia carriera ha svoltato, il 23 marzo 1999, grazie a quest'uomo buono, onesto, preparato, che sapeva scrivere, correggere, educare alla notizia, sempre verificata. Mai una sbavatura, pagine preparate sempre con cura maniacale, e un consiglio per tutti, a volte anche alzando la voce, salvo poi tornare ai toni di sempre. Bassi, come il suo profilo. Intere generazioni di giornalisti gli devono qualcosa, e io sono fra questi, riconoscente e grato per quanto ho ricevuto, ma oggi profondamente turbato da questo scomparsa, che ci lascia senza un punto di riferimento, uno degli ultimi a credere profondamente in questo mestiere un pò alla deriva, per tante ragioni. Alcune di queste lo avevano convinto ad andare prima in pensione, ma non a cambiare le sue famose abitudini o a modificare le sue battute pungenti. Insieme a mia moglie Paola, che lo ha conosciuto e apprezzato, abbraccio con affetto la moglie Marilena, i figli Clizia e Filippo, e tutti gli amici che lo piangono.
IL CORDOGLIO DI PELLICINI
Andrea Pellicini, deputato di Fratelli d’Italia: «Sono molto dispiaciuto per la scomparsa di Ezio Motterle, un grande giornalista sempre attento alle notizie provenienti dal nostro territorio. Lascia un'impronta costruttiva, seria, dinamica nel mondo della comunicazione. Ci mancheranno la sua forza e la sua elegante penna. Le più sentite condoglianze alla sua famiglia».
IL CORDOGLIO DI RAIMONDO FASSA
Lunedì scorso, mentre svuotavo la mia posta elettronica sempre troppo ingombra, ho ritrovato un saluto di Ezio Motterle, e non l’ho cancellato. Era da tempo che non ci vedevamo, e ho pensato che fosse giunto il momento di farmi vivo con lui, per Natale. Poche ore dopo, con una di quelle coincidenze che sembrano sfidare ogni logica, ho appreso via Facebook la notizia della sua scomparsa. Ezio Motterle è stato per me più di un giornalista. Durante gli anni della mia attività politica mi ha accompagnato con discrezione, contribuendo a raccontare con rigore e sensibilità le vicende di cui entrambi eravamo, sia pure a diverso titolo, testimoni e protagonisti. Il suo stile unico nel raccogliere le notizie, così calmo e flemmatico, mi ha sempre colpito. Sembrava quasi svagato, come se si aggirasse senza meta intorno a un fatto, ma in realtà era attentissimo ai dettagli. Mi ricordava il Tenente Colombo: dietro un’apparente casualità si nascondeva una mente acuta e sempre pronta a cogliere l’essenziale.Non era solo un buon giornalista. Era anche un giornalista buono. Ciò che rendeva Ezio diverso da molti altri era la sua capacità di guardare il mondo con curiosità e meraviglia, come un bambino che si stupisce di fronte a qualcosa di nuovo. Non cercava lo scoop a tutti i costi né si lasciava attrarre dalla superficialità di un titolo ad effetto. Era mosso da un desiderio sincero di comprendere e di raccontare. Sapeva cogliere le sfumature, andare oltre l’evidenza e restituire al lettore non solo i fatti, ma anche le storie e le emozioni che vi erano racchiuse.Tanti sono gli episodi che riaffiorano nella mia memoria. Le nostre chiacchierate in cui, senza rendercene conto, la notizia precedeva la realtà: un’idea nata durante una conversazione diventava un articolo scritto da lui e, poco dopo, un progetto concreto realizzato da me. Era un gioco di riflessi, un’alchimia che funzionava perfettamente. Un momento che mi è particolarmente caro è stato quando, a casa sua, gli presentai il mio amico Mark Eljan, un musicista albanese che per qualche tempo ha vissuto qui da noi. Mark, con una specie di pianola giocattolo reperita lì per lì, improvvisava grandiosi arabeschi musicali, e Ezio lo osservava con uno sguardo incantato. Era come se, in quel momento, stesse scoprendo un mondo. E lui era proprio questo: un uomo che sapeva ascoltare, vedere e raccontare con profondità. La sua calma riflessiva era lo specchio della sua personalità, e in tutto ciò che faceva c’era sempre un ingenuo e genuino desiderio di capire e restituire ciò che aveva colto.La sua scomparsa lascia un vuoto in tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Addio, Ezio. Non dimenticherò mai il tuo sguardo da bambino sul mondo.
Leggi i messaggi di cordoglio per Ezio Motterle
© Riproduzione Riservata