IL LUTTO
Addio a Luigi Caironi, Legnano orfana
Il presidente della Famiglia aveva 94 anni.Protagonista di un secolo di storia economica e sociale, a lui si deve anche la riscoperta del palio delle contrade. Giovedì il funerale al Redentore

Lo sguardo acuto, gli occhi chiari cui nulla sfuggiva, i modi di fare gentili e al tempo stesso decisi propri degli uomini di un’altra epoca. Luigi Caironi è morto nel pomeriggio di martedì 14 nella sua abitazione di via Spallanzani, accanto alla moglie Marisa che lo aveva vegliato in questi ultimi mesi di malattia. Aveva 94 anni, e dal dopoguerra alla città di Legnano aveva dato tanto. Molto più di quanto tanti legnanesi probabilmente oggi sarebbero disposti ad ammettere.
Classe 1923, diplomato in ragioneria all’istituto Dell’Acqua, nel 1937 era stato assunto come fattorino dalla Banca di Legnano, che proprio quell’anno celebrava i cinquant’anni dalla sua fondazione. Cinquant’anni dopo, quando la banca celebrava il suo centenario, ne era diventato direttore generale. Ma nel frattempo Caironi aveva iniziato il suo impegno sociale: la Famiglia Legnanese era nata nel 1951, lui dopo averne condiviso la prima parte della storia come socio ne era diventato presidente nel 1979. Mantenendo la carica per 39 lunghi anni, prima di lasciare il posto nel 2014 a Franco Bononi, era riuscito a quintuplicarne i soci, che ora sono 650. Caironi aveva però mantenuto la carica di presidente della Fondazione Famiglia Legnanese, fondata nel 1983 e dal 1986 impegnata a distribuire ogni anno migliaia di borse di studio ai ragazzi meritevoli del territorio, e anche dell’immobiliare che gestisce l’ex villa Jucker di viale Matteotti, costruita nel lontano 1903 e da allora uno dei punti di riferimento della città.
Per raccontare la storia di Luigi Caironi bisognerebbe scrivere un libro, e lui per un certo periodo ci aveva anche pensato. Era il 2004, il superpresidente, che nel frattempo era diventato commendatore della Repubblica, aveva appena perso il suo unico figlio Carlo, medico classe 1949, strappato ai figli da un male incurabile. Allora Luigi Caironi aveva sentito il bisogno di mettere in fila le idee, di raccontare quello che aveva visto e che aveva fatto: prima come bancario, quando amico di personaggi come Talisio Tirinnanzi, Giovanni Mari e Ferdinando Villa aveva partecipato alla stagione più entusiasmante del miracolo economico che aveva trasformato la città; poi come presidente di una realtà dalle cui costole erano nate decine di iniziative e altre associazioni, tra le quali anche il Collegio dei capitani delle contrade che nel 1952 avrebbe ripreso la tradizione del Palio. Tredici anni fa il progetto del libro era stato accantonato: c’erano ancora tante cose da fare, per ricordare ci sarebbe stato tempo. Ieri pomeriggio alle 17 il tempo è scaduto, ora resta la memoria di un personaggio che per poco meno di un secolo è stato protagonista della storia della città.
Il funerale sarà celebrato giovedì 16 febbraio, alle 15 , nella chiesa del Santissimo Redentore, quartiere di Legnanello. Legnanese doc, come lui stesso amava definirsi, Caironi aveva sempre vissuto nell’Oltresempione: negli ultimi mesi, vinto dall’età e dalla malattia, era accudito dalla moglie e dai nipoti nella sua abitazione di via Spallanzani.
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