IL PERSONAGGIO
Addio a Luigi Zanzi
Varese in lutto: se n'è andato uno dei suoi figli migliori, avvocato, alpinista, docente universitario, storico, scrittore e ambientalista. Le esequie alla Badia di Ganna lunedì 1 giugno
La città si risveglia un po' più sola e perde uno dei suoi padri moderni: è mancato nella notte fra sabato 30 e domenica 31 maggio all'età di 76 anni il professor Luigi Zanzi. Le esequie si terranno alla Badia di Ganna lunedì 1 giugno alle ore 14.
Avvocato, scrittore, docente universitario, storico, studioso dagli infiniti interessi, appassionato del territorio e aperto al respiro europeo, alpinista e scienziato: difficile esaurire in poche immagini la parabola di un uomo dalla cultura sterminata, fine conoscitore di Varese e del resto del mondo, innamorato del Sacro Monte e delle catena del Rosa come dell'Himalaya e delle vette più impegnative domate con gli amici sherpa e con il compagno di molte avventure Reinhold Messner.
L'ultima lectio
Fino all'ultimo Zanzi, che lascia la moglie Laura, i figli Alessandro e Barbara, fratelli e i nipoti, ha voluto mostrare il suo legame con la città, con le sue istituzioni e le sue forze migliori: solo due settimane fa, il 14 maggio durante il Consiglio comunale, aveva ritirato la Martinella del Broletto, il massimo riconosciuto cittadino in onore di una carriera unica, non solo dal punto di vista intellettuale e professionale. Provato già dalla malattia che se l'è portato via, lo storico ha saputo un'altra volta indicare una strada, lasciare una traccia, con un discorso che ha commosso e illuminato.
Quel pomeriggio di primavera al Salone Estense resterà impresso nella memoria collettiva come il suo saluto, il suo commiato a una città amata, certo, ma anche criticata, persino strapazzata quando c'era da svegliare le coscienze lanciando una delle tante battaglie per la difesa dell'ambiente o di un certo modo di intendere la società.
«Sono colpito e rattristato - commenta il sindaco di Varese Attilio Fontana -. Zanzi era un amico, ma soprattutto una persona a cui tutti dovrebbero aspirare, per la sua onestà intellettuale, la sua cultura e la sua capacità d'intervento su qualunque argomento. Era uno degli ultimi che amava veramente la sua città, che era orgoglioso di essere varesino. Faceva le sue battaglie perché era contro i luoghi comuni e l'omologazione di oggi».
Il docente, che era stato anche assessore indipendente alla programmazione economico-finanziaria nella Giunta Fassa, non lesinava critiche alle amministrazioni davanti a scelte che non condivideva in base alla sua visione dell'impegno istituzionale e del ruolo della politica. Celebre il suo libretto Idee chiave per un documento programmatico di opere straordinarie per il quinquennio 1997-2002, rimasto a suo dire lettera morta e alla base di una successiva campagna in onore della città ideale. Un concetto che lo avvicinava spesso all'architetto Gugliemo Mozzoni, anch'egli scomparso, in alcune lotte contro il Pgt e i progetto per Biumo Superiore. Un pamphlet diventato la base per un dossier sulle "brutture" di Varese consegnato al critico d'arte Vittorio Sgarbi.
Al centro del suo pensiero, la vocazione universitaria della città, come aveva ribadito poco prima di ritirare la Martinella.
«Sono molto onorato - disse -. Mi piace pensare che questo riconoscimento non sia solo legato ai tanti studi da me curati sulla storia di Varese e dell'Insubria. Ho la speranza che in questo modo si voglia anche dare approvazione ad alcune mie idee sulla vocazione della città. Fra le tante anime che ha avuto, Varese deve puntare ora su quella universitaria, con nuovi progetti da associare alla tutela dell'ambiente naturale. Dobbiamo tutti concorrere a creare un luogo di civiltà basato sul rapporto tra città e ambiente».
Un lascito prezioso. L'ultimo.
Una famiglia varesina
Difficile elencare tutti gli studi, le opere e gli interventi che costellano la vita di Luigi Zanzi: un nome che in città significa molto, sulla scia di una famiglia che ha fatto tanto per generazioni. Il padre, omonimo, è stato il famoso notaio che, da presidente dell'Azienda autonoma di soggiorno fa gli anni Sessanta e Settanta, progettò il Lido della Schiranna, con le sue piscine, il Palaghiaccio e i campi da tennis vicini all'Ippodromo.
Alla famiglia è dedicato proprio il parco in riva al lago, ma anche il parchetto di via dei Bersaglieri, accanto a via Dandolo.
La targa posta è dedicata ai "cittadini benemeriti" Ezechiele Zanzi (1832-1884), Luigi Zanzi (1852-1917) e Luigi Zanzi (1896-1970). Una storia di attaccamento affettivo e professionale alla propria terra, culminata con la Martinella consegnata a Zanzi a metà maggio. Solo l'ultimo di tanti riconoscimenti durante la carriera di avvocato, storico e libero pensatore.
Legale e poi docente a Genova e a Pavia, Zanzi si era formato al Liceo classico Cairoli e poi in collegio a Pavia. Laureatosi in Giurisprudenza, gestì da avvocato civilista il primo passaggio di proprietà dalla Ignis di Giovanni Borghi alla Philips. Fin dagli Anni ‘60 aveva militato nel Movimento Europeo di Altiero Spinelli, di cui è stato membro del Comitato Centrale.
Assessore indipendente nella giunta Fassa, ha svolto molteplici ricerche nel campo della storia della natura e della storia della scienza. Dal 14 maggio scorso è nella rosa dei diciannove varesini illustri insigniti con la Martinella del Broletto.
Altri servizi sulla Prealpina del Lunedì.
© Riproduzione Riservata