LO STUDIO
Addio al posto fisso, meglio le Olimpiadi
Fondazione Milano Cortina ha assunto 2500 persone: migliaia di candidati
«Vorrei partecipare alle Olimpiadi»: chi non l’ha pensato in segreto almeno una volta nella vita, magari da bambino? Poi ci si scontra con la realtà e, eccezion fatta per chi sceglie la carriera sportiva, il grande evento dei Giochi lo si guarda in televisione. Eppure c’è un altro modo per parteciparvi, e provare a costruire la propria carriera, questa volta professionale, proprio a partire dalle competizioni sportive nate nell’antica Grecia. Sì perché Olimpiadi significa anche opportunità di lavoro. I contratti, ovviamente, sono a tempo determinato, ma sicuramente l’esperienza è di peso se inserita in un curriculum.
Numeri e candidati
Ecco perché nella sede centrale della Fondazione Milano Cortina, deputata all’organizzazione delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, sono arrivati decine di migliaia di curricula. E a ragion veduta, dal momento che oggi, a squadra di lavoro completata, sono circa 2500 le persone che hanno firmato una assunzione. A dicembre erano 1600 e in queste settimane entrano a pieno titolo altre mille persone che avranno contratti di tre mesi, proprio per la gestione dell’evento.
«Sì proprio in questi giorni abbiamo ultimato la composizione della squadra – spiega Ferdinando Lignano, Head of People management and administration della Fondazione Milano Cortina e saronnese d’adozione – e ciò che subito si evidenzia è il grande riscontro che abbiamo nella ricerca dei candidati. Non abbiamo mai avuto difficoltà in tal senso. Avevamo qualche timore per gli ultimi inserimenti, dal momento che si tratta di contratti a sei o tre mesi, ma in realtà non abbiamo mai avuto carenza di curricula». Quella che è stata costruita è la macchina organizzativa dell’evento. Ci sono tutti i servizi legati alla parte sportiva che richiedono competenze di ingegneria, trasporti, energia, preparazione dei siti. Poi c’è la parte legata ai servizi dell’evento. Due esempi su tutti: il food & beverage e la vigilanza. «Noi in tre anni abbiamo assunto duemila persone – spiega Lignano - per ricoprire le mansioni più diverse. Teniamo presente che si tratta di Olimpiadi diffuse. Significa che la macchina organizzativa deve essere riproposta e deve funzionare in ogni singolo sito. E in ogni sito ci sono almeno cento persone al lavoro, che diventano ad esempio 500 per gli eventi milanesi».
Addio posto fisso
Va detto che non solo le candidature sono state numerose, ma va sottolineato anche il fatto che molti candidati, una volta selezionati, hanno lasciato il posto fisso per intraprendere questa avventura. «Io sono uno di quelli – scherza Lignano – Mi sono dimesso dall’azienda in cui ero e ho iniziato a lavorare per la Fondazione da maggio 2023. Allora eravamo circa 200. Poi entro fine 2026 anche il mio contratto si dissolverà. Nella mia scelta ha sicuramente pesato il fascino del progetto, molto articolato, che viene dopo Torino 2006. Anche nei candidati che abbiamo selezionato ho ritrovato questo elemento: sono affascinati dal progetto e consapevoli di essere coinvolti in una esperienza che al termine lascia sicuramente nuove competenze». C’è poi anche l’elemento di internazionalità. Il 70 per cento delle persone assunte proviene da tutte le regioni d’Italia (anche centro Sud) ma un 30 per cento giunge a Milano da sessanta diversi Paesi del mondo: «E molti di loro hanno già avuto esperienze in altri grandi eventi sportivi, Olimpiadi comprese», sottolinea Lignano, «Sicuramente poi faranno fruttare in futuro ciò che vivranno da noi». Va considerato che l’età media degli assunti è circa trent’anni: il che significa avere la possibilità di maturare una esperienza sul campo da poter essere poi reinvestita in successive opportunità. Basta ricordare che i prossimo Giochi Olimpici invernali saranno in Francia, praticamente dietro casa.
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