LE ESEQUIE
La «nostra stella» ora è in cielo: lacrime e palloncini per Nika
Ieri a Sesto Calende i funerali della donna morta nell’incidente sulla Pedemontana: il messaggio della figlia, il gesto dei piccoli alunni

«Sarai sempre la nostra stella». Parole semplici, ma profonde, scritte dai familiari per Domenica Russo, la maestra Nika, morta a 43 anni lunedì 19 maggio in un terribile incidente stradale lungo la Pedemontana, mentre accompagnava in gita le classi prima e quarta della scuola primaria “Pascoli” di Cazzago Brabbia. Ieri pomeriggio, martedì 27 maggio, nella grande chiesa di San Bernardino a Sesto Calende, piena fino all’ultimo banco, si sono svolti i funerali. Una folla silenziosa e composta ha circondato la sua famiglia – i genitori, il compagno Dario, la figlia Alessandra – con un grande abbraccio collettivo segnato dal dolore e dal ricordo.
IL MINISTRO E IL PREFETTO
C’erano le colleghe, i piccoli alunni seduti in fondo alla chiesa, tanti amici e conoscenti. E anche molte autorità: tra gli altri, il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, l’assessore alla Cultura di Regione Lombardia Francesca Caruso, il vicepresidente della Provincia di Varese Giacomo Iametti, numerosi sindaci della zona con la fascia tricolore e il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Carcano. In chiesa anche una corona di fiori inviata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
IL RICORDO
A celebrare le esequie è stato il parroco don Luciano Andriolo, che ha ricordato Nika come una «maestra di vita» e «una donna a 360 gradi: figlia, mamma, compagna, amica. Era carica di vitalità e generosità, sapeva regalare sorrisi, attenzione e affetto a tutti». Parole che hanno dato forma alla commozione dei presenti, insieme al ricordo di un’insegnante «capace di rendere la vita dei suoi alunni più ricca, e non solo di nozioni». «Siamo qui in tanti – ha detto ancora don Luciano – e per questo capaci di sfidare persino la morte, di metterla all’angolo».
LA FIGLIA: «IL DOLORE MI SOVRASTA»
Ma il momento forse più intenso della cerimonia è stato l’intervento della figlia quattordicenne della maestra. Alessandra ha preso la parola con voce ferma e alla fine ha chiesto un applauso per la sua mamma. «Le ho voluto tanto bene – ha detto – e ora il dolore mi sovrasta. Non ho voluto preparare un discorso, perché questa non è un’interrogazione. La prendevo in giro per come pronunciava le parole inglesi, ma non le ho detto a sufficienza “ti voglio bene”, forse per vergogna. Bisogna cogliere l’attimo, dico adesso, perché capisci il valore di una persona quando l’hai persa. Ora voglio cercare di connettermi con lei. Grazie a voi tutti, anche a chi non conosco, perché mi sento amata».
I BAMBINI
Fuori dalla chiesa, ad attendere la bara, c’erano ancora i suoi bambini. Alcuni stringevano tra le mani palloncini colorati, poi lasciati volare nel cielo tra gli applausi di chi si era radunato sul sagrato. Altri mostravano uno striscione verde con la scritta: «Vola in cielo con i tuoi supereroi». Sopra la bara, una maglia del Napoli, la squadra del cuore di Nika.
L’ABBRACCIO E IL MESSAGGIO
Anche il sindaco di Sesto Calende, Betta Giordani, ha voluto ricordarla in chiesa: «La nostra comunità abbraccia i familiari, non siete soli. Nika era stata impegnata in ambito sociale e poi si era dedicata all’insegnamento. Ha perso la vita mentre faceva il suo lavoro e questo ci lascia attoniti e increduli. E colpisce particolarmente me che sono stata insegnante: capisco la sua dedizione fino all’ultimo istante. Un pensiero anche ai suoi alunni: hanno subito una grande perdita e sarà lungo il loro percorso di elaborazione del dolore. A noi adulti, a scuola e nelle famiglie, ma anche nelle istituzioni, il compito di farcene carico e supportarli».
Nika se n’è andata nel pieno della sua vita, lasciando dietro di sé un vuoto difficile da colmare, è stato il leitmotiv della cerimonia. Ma ha lasciato anche un’eredità luminosa fatta di affetto, dedizione e amore per i suoi studenti, e non solo. «Una luce immensa –hanno detto ancora i familiari nel loro messaggio – come quella che emanavi con la tua voglia di vivere. Affrontavi tutto con forza e coraggio».
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