Libri
Al Pisa Book festival "Malaspina", scritto da detenuti del Don Bosco
Il romanzo collettivo curato da Michele Bulzomì e Antonia Casini

Roma, 5 nov. (askanews) - Un romanzo collettivo che parla di carcere, di vita in gabbia, di amori dietro le sbarre; quello verso la famiglia che si lascia fuori, quello nei confronti del partner e soprattutto di amore per se stessi dopo aver fatto un errore (a volte più di uno) riconosciuto e punito dalla società. Un libro in cui i protagonisti, che raccontano spesso in prima persona e che a volte sono parte della trama, si chiedono da dove ripartire. E' "Malaspina", curato da Michele Bulzomì e Antonia Casini e scritto a 10 mani da otto detenuti, guidati da due insegnanti, che si sono cimentati in un giallo tutto pisano con un forte sentimento di identità. Il 9 novembre sarà presentato al Pisa Book festival, alle ore 15 nella sala Fermi del Palacongressi di Pisa, alla presenza dei curatori, dei direttori del carcere Francesco Ruello e Fabio Prestopino, di alcuni detenuti scrittori e dell'assessore alla Politiche Sociali di Palazzo Gambacorti Gianna Gambaccini.
"Malaspina", titolo dai molti risvolti (ma la spina? o maledetta spina ma anche un richiamo a uno dei più famosi cognomi di famiglie italiane storiche e intricate) è il terzo libro realizzato durante il corso di scrittura tenuto da quattro anni all'interno della casa circondariale Don Bosco da Mds, che ha pubblicato il volume, e da Michele Bulzomì e Antonia Casini.
"In tutto questo tempo, abbiamo ascoltato tante storie, ci siamo commossi e arrabbiati. Alcuni dei nostri studenti hanno trovato la morte, qualcuno (per fortuna pochi, è tornato a delinquere) e c'è stato anche chi ha abbandonato tutto, anche le conquiste fatte, approfittando della libertà appena conquistata. Ma molti lottano per riacquistare un posto nel mondo. E anche se uno solo ci riesce per noi è un piccolo miracolo" hanno raccontato i due giornalisti-curatori.
La storia inizia da un articolo di giornale in cui si parla di una sparizione nella chiesa della Spina, sul lungarno. Un mistero che coinvolge e unisce chi è dentro (a volte non per molto) a chi è fuori (non per sempre). Due le introduzioni: una dell'ex direttore del carcere pisano Fabio Prestopino, ora a Sollicciano, e una dell'attuale direttore Francesco Ruello. "Malaspina" ha i patrocini di Comune, Camera penale e consiglio dell'ordine degli avvocati di Pisa. I diritti d'autore saranno devoluti a progetti di reinserimento dei detenuti nella società.
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