LA TRAGEDIA DI ALBIZZATE
«Ho visto i volti dei morti»
Per pochi metri e pochi attimi i titolari dell’ex Sfizio sono salvi. Ora raccontano

Quei momenti non si cancelleranno mai più dalla sua mente. Ciro Marino sbarra gli occhi e sospira ancora adesso mentre racconta: «Ero appena arrivato allo «Sfizio». Mia moglie è entrata nel locale, ha posato la borsa sul bancone ed è crollato tutto. Io mi trovavo nel parcheggio: ho chiuso la portiera della mia macchina. Poi boom, è venuto giù il mondo».
«Pensavo fosse il gas»
Due istantanee che raccontano la tragedia di due mesi fa in via Marconi, ad Albizzate, costata la vita a una mamma marocchina e a due dei suoi tre figli. «Pensavo fosse un’esplosione per fuga di gas - ricorda il titolare del ristorante - si è alzato un polverone enorme e non ho neanche più visto lo stabile. Dico la verità, pensavo fosse morta mia moglie, temevo che dentro fosse crollato tutto. Poi ho sentito la sua voce, mi chiamava disperata. Grazie a dio ho visto uscire per primo mio cognato, poi lei e tutti gli altri». Salvi.
Una parola che quel pomeriggio ha avuto un gusto speciale. Guastato da quel che era successo pochi istanti prima sul marciapiede.
«Poi abbiamo visto quel povero bimbo che gridava e cercava la mamma - riferisce Ciro Marino- io mi sono avvicinato alle macerie, ho visto la signora schiacciata. Ho pensato che forse potesse essere ancora viva. Sono andato per aiutarla ma mi sono accorto che non c’era più niente da fare. Ho visto i volti dei morti. È stato terribile».
«Giocavano i miei figli»
Ciro Marino è un miracolato: «Mi sono salvato per cinque metri, mia moglie idem. Ma il più miracolato di tutti è stato il sindaco Mirko Zorzo e i due ragazzi della lavanderia che c’erano da noi che erano usciti in quel momento». Su quel marciapiede è successo qualcosa di terribile e «su quel marciapiede i miei figli giocavano tutti i giorni insieme agli amici, seduti lì con i cellulari. Se ci ripenso mi vengono i brividi».
Pochi attimi o pochi metri e il corso del destino sarebbe stato diverso.
«Tirato su da terra»
«Il giorno dopo - afferma Ciro con lo sguardo che vaga verso non si sa dove - ho dovuto per forza superare lo shock per pensare a come ripartire. Il ristorante è il lavoro, è tutto e mi sono subito messo d’impegno per ricominciare insieme a mia moglie». L’occasione è arrivata grazie alla generosità di due amici che il titolare dello «Sfizio» non smetterà più di ringraziare: «I proprietari del Gilda e del Picasso ci hanno messo a disposizione il locale che si trova al Bettolino di Gallarate, uno è il mio testimone di nozze e l’altro è il padrino di mio figlio. Devo tutto a Vincenzo Melfi e a suo cognato Gianni Amoroso. Io non ho avuto un padre perché a due anni se ne è andato via ma adesso ne ho due. Loro mi hanno tirato su da terra e mi hanno detto il giorno stesso: «Non ti preoccupare, queste sono le chiavi del ristorante, mettilo a posto e lavora».
Da Ciro a Gallarate
Da Ferragosto è aperto Da Ciro, il bar, ristorante e pizzeria di via Alberto da Giussano a Gallarate. Ciro Marino insieme alla moglie Antonella Corradin ne va fiero: «Lo Sfizio non c’è più ma con questa nuova opportunità diamo da lavorare ad altre sei persone. Nel nostro piccolo abbiamo fatto un miracolo». Come quello che è successo alle 17.30 di quel caldo pomeriggio di giugno, quando il cornicione dello stabile di via Marconi crollò in un istante e loro sono riusciti a salvarsi.
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