IN SCENA
Alessio Boni e il suo "vetro della clessidra"
Appuntamento sabato al Teatro Menotti di Milano

«Il teatro è una lingua a sé stante, tu certe volte fai una lettura meravigliosa, leggi un passo di Dostoevskij, o Tolstoj, o Melville o di chi vuoi, che dentro te porta una linfa vitale e meravigliosa, vai sul palcoscenico e il palcoscenico te la rifiuta. Perché il teatro ha una lingua a sé, il teatro parla e devi far arrivare, devi accalappiare il pubblico, devi graffiare, tenere sulla spina dorsale, in punta alla sedia. La scrittura teatrale non è un romanzo, il teatro può ripudiare cose, a meno che si scelgano, ovviamente, autori che scrivono per il teatro. Shakespeare ha scritto per il teatro, quindi quello è un copione perfetto. O Molière, o Eduardo De Filippo: hanno scritto per il teatro, l’hanno portato in scena, l’hanno drammaturgicamente modificato per essere perfetto per andare in scena. Il romanzo no. Per questo spettacolo con Paolo Valerio abbiamo scelto due dei cinque racconti del Tempo curvo a Kremsscritti da Claudio Magris: e lui parla perfettamente teatralmente alla gente. Li abbiamo uniti a un pezzo di teatro che aveva scritto e che è una cosa potentissima. Magris è molto bravo nell’entrare, nel far sentire questa campanella non d’allarme, ma di attenzione nei confronti del vivere, dell’esserci. Al suo modo di scrivere possiamo attaccare tutte le più grandi riflessioni del tempo». Ed è nato Il vetro e la clessidra, che Alessio Boni, sulle parole di uno scrittore, saggista, critico, studioso come Claudio Magris, porta in prima milanese l’11 e il 12 ottobre al Teatro Menotti. Un progetto a cura di Paolo Valerio, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.
Oltre al monologo Essere già stati, i racconti che il pubblico ascolterà sono Il premio e Lezioni di musica: il tutto intersecato da musiche dal vivo eseguite al violoncello da Chiara Trentin, e da suggestioni di immagini e proiezioni realizzate da Zunami Film Studio, nella messinscena curata appunto da Paolo Valerio.
«Ne abbiamo scelti due, ma tutti e cinque i racconti sono stupendi – aggiunge Alessio Boni -. Lo spettacolo ha al centro il tema del fare i conti con il tempo. E infatti il vetro della clessidra è proprio quello, è la sabbia che si perde, il vuoto che lascia. Ognuno ha il suo tempo che sta vivendo e fa i conti con il passato, con il presente e con il futuro che ti immagini. Ed è anche il punto che Magris ha scelto nei suoi racconti, dove tutti e cinque i protagonisti fanno i conti con il tempo».
Lo spettacolo, con il titolo tedesco Das Glas der Sanduhr, è stato applaudito anche in occasione dell’edizione 2024 della Buchmesse di Francoforte alla Literaturhaus, in un’edizione che ha intrecciato recitazione in lingua italiana, sempre con Alessio Boni, e tedesca, con l’attore madrelingua Peter Schorn.
«Claudio Magris – prosegue Boni – è uno dei più forti intellettuali viventi in Europa. Ed è di Trieste, sa perfettamente il tedesco, traduce, scrive anche in tedesco. Sentire la lettura dello spettacolo in italiano e poi in tedesco è stato fantastico, un’esperienza bellissima, con gente che aveva voglia di venire ad ascoltare la bella penna, il bello scritto. Proprio come quando si sente una musica che è meravigliosa». E lui, attore versatile e profondo che, in questa progettualità che unisce Valerio e Magris anche a fronte di una conoscenza profonda tra i due artisti, si definisce «una pillola», non nasconde l’entusiasmo e la bellezza che prova nel farvi parte. E non si sottrae nemmeno a una domanda che tocca uno dei temi dello spettacolo, ma che lo riguarda da vicino: che conti fa adesso Alessio Boni con la sua, di vita? «I conti adesso li faccio con il tempo che ho a disposizione, che mi lasciano a disposizione i nostri tre figli – sorride -. Sono in balia totale di questo tridente meraviglioso che mi porta vita vivacità, gioia in casa. Ecco, la scansione del tempo, adesso, sono loro e le loro dinamiche».
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