L’INTERVISTA
«Galimberti si è rivolto a me»
Il senatore Alfieri sull’asse tra il sindaco e l’onorevole Gadda

«Asse Galimberti-Gadda? Sulle partite più importanti, il sindaco si è sempre rivolto a me». Largo sorriso per il senatore del Pd Alessandro Alfieri, in visita alla redazione di Prealpina ieri pomeriggio, lunedì 7 settembre. Poi, una risposta a tutte le domande postegli su Varese. Un ampio stralcio dell’intervista nel video allegato.
«L'alleanza la fanno i programmi»
La parlamentare di riferimento a Roma del sindaco di Varese è la deputata Maria Chiara Gadda di Italia Viva e non un senatore del Pd? Alessandro Alfieri abbozza un sorriso sornione e butta lì: «Sulle partite più importanti si è sempre rivolto a me...».
E allora, Davide Galimberti lascerà la strada vecchia per quella nuova nelle prossime elezioni, cambiando strategia e compagni di viaggio?
La domanda sorge spontanea ascoltando la ricostruzione storica e fine analisi di Alfieri su che cosa e chi avesse permesso di conquistare Palazzo Estense nel 2016. Galimberti «intercettò la volontà di cambiamento e la capacità di rassicurare nel mondo moderato che è prevalente nella città di Varese». Il senatore democratico ricorda che «Galimberti ha vinto nel 2016 perché ha esaltato il suo profilo civico sin dalle primarie e perché ha rassicurato l’area moderata». Strategia che per il prossimo voto, nella primavera 2021, potrebbe essere, se non ribaltata, profondamente modificata, un po’ per scelta del Pd e un po’ per scelta degli attuali componenti la coalizione che potrebbero decidere di terminare qui l’esperienza di governo cittadino di centrosinistra.
Senatore Alfieri, è così?
«Penso che Davide (Galimberti, ndr) abbia capacità di fare sintesi e costruire un progetto che convinca gli elettori». Tre i capisaldi con i quali «vincere» su un patto serio di governo della città: «cultura politica ambientalista» contraddistinta da uno «sviluppo sostenibile» e dal «profilo civico». A dire il vero quell’annunciare, da parte di Galimberti, la volontà di arrivare alle elezioni con una «lista aziendalista» ha fatto intuire l’allontanamento dal civismo più legato alle tematiche ambientali e un avvicinarsi al pragmatismo di una Varese che si evolve e guarda ai servizi necessari e allo sviluppo dell’impresa con più interesse.
In più, l’apertura ai moderati di centrodestra da parte del Pd (per voce dell’assessore Molinari), la conseguente presa di distanza del vicesindaco Daniele Zanzi e la rivendicazione del «reale civismo» da parte di Varese 2.0, oltre a Italia Viva che a Varese sembra esprimere una forte matrice immobiliarista: situazione complicata. Alfieri non lo nega e sembra dire tra le righe che Zanzi non va lasciato andare. Parla infatti della necessità di «apertura ai movimenti civici» anche se sottolinea che «non bisogna avere paura di perdere un consigliere comunale». Dice: «Beninteso, le persone le sceglierà Galimberti e chi collabora con lui, io mi permetto di dare suggerimenti sul versante politico». E di ricordare che quando il Pd - e il riferimento è a livello nazionale - «si richiude su se stesso e nelle beghe di partito», rischia di perdere. Invece ci vuole «coraggio» e ci vuole «capacità di tenere insieme le nuove contrapposizioni». Solo «alzando l’asticella con un progetto ambizioso, si possono sfidare tutti».
Alfieri sugli avversari: «La Lega è spaccata»
«Non mi metto a fare l’analista in casa altrui...». In modo tanto elegante quanto però concreto, Alessandro Alfieri non si sbilancia alla domanda su quale sarebbe il candidato rivale ideale, per il Partito democratico. Roberto Maroni, Barbara Bison o....Mister X? Perché se è vero che ancora non c’è la coalizione, nel centrosinistra, nel centrodestra il candidato sindaco non ha ancora un volto e un nome definiti. Dice che Maroni «lo conosciamo, è persona abile, non condivido quello che ha fatto in Regione ma gli riconosco correttezza e capacità di dialogo con l’altra parte».
Una capacità di «dialogo istituzionale» che, dice il senatore democratico, non è forse «tra le caratteristiche più apprezzate dalla Lega varesina che forse preferisce di più un duro e puro... i cittadini però sono anche conservatori e bisogna vedere che cosa ne pensano di una candidato non varesino...». Barbara Bison è stata sindaco per due mandati ma a Gornate Olona: dalla sua ha esperienza e il consenso dei militanti. Alfieri dice che non gli piace fare discorsi ipocriti «e dunque che se la Lega va avanti così nelle scelte, siamo più contenti... Non è che abbiamo paura di Maroni, ma... comunque mai sottovalutare l’avversario». E qui parla ai “suoi”. Spiega che magari Salvini e i militanti hanno valutato come un incidente di percorso la vittoria di Galimberti. Nonostante ciò, bisogna evitare di impostare la campagna elettorale per le amministrative «chiamando alla crociata contro la Lega».
Puntare tutto contro l’avversario «sarebbe davvero un grave errore», lo stesso che «rischiamo di compiere a livello nazione con Salvini e la Meloni». In pratica, il senatore Alfieri invita ad alzare il livello della visuale e a considerare Varese oltre i confini territoriali. E qui si apre il capitolo rapporti con gli enti territoriali superiori, Provincia e Regione. A che punto siamo? «Sui grandi progetti si vince se ce la si gioca insieme. Storicamente i comuni del capoluogo indicano la direzione», dice riferendosi alla situazione a Villa Recalcati dove la guida è in capo a Emanuele Antonelli che è sindaco di Busto Arsizio. «Galimberti ha sulle spalle la responsabilità di essere più che il primo cittadino del capoluogo il leader della provincia e ha sempre tentato di trovare collaborazione nelle grandi sfide».
E i rapporti con la Regione, dove peraltro siede un presidente varesino e sindaco per due mandati, Attilio Fontana? «Spero che nessuno si faccia condizionare da vicende di contrapposizione politica. Gli accordi di programma sono fondamentali per la crescita della città e spero prevalga il buonsenso». Sulla gestione dell’emergenza Covid, il senatore Alfieri fa una lunga e dettagliata disamina, riassumibile così: «Davanti all’inedito, gli errori sono stati fatti a tutti i livelli». E sottolinea però che si sarebbe aspettato, di fronte «alle tragiche conseguenze, la capacità di chiedere scusa». Invece, ha visto in alcune fasi «una certa arroganza che non mi sarei mai aspettato».
Città del futuro: smartworking, mobilità e il filo con Milano
«Varese non può pensare di diventare la capitale della Comunità montana del Nord nella provincia». Non è una frase provocatoria, quella del senatore Alessandro Alfieri. È certo che il futuro del capoluogo debba reggersi su «alleanze a geometria variabile» con Como, con Lugano, con Milano. Con il capoluogo lariano il legame può essere forte per eventi culturali e di formazione, per collaborazione con le strutture mediche, per esempio; con Lugano perché c’è tutto il tema del frontalierato e del turismo, con Milano c’è invece «la grande sfida di rimanere agganciati».
Mobilità sostenibile, infrastrutture, smart working («per il quale stiamo presentando un progetto di legge»). Perché il Covid ha cambiato il modo di vivere e lavorare e per q uesto motivo bisogna «ripensare la città su spazi diversi cercando di tenere insieme le due dimensioni, quella locale e quella globale, come si diceva una volta». Spiega, Alfieri, che Galimberti «prova a costruire la città del futuro», ma anche che non «ci si può sbilanciare sui grandi progetti e solo su quelli, perché la gente ti misura sul quotidiano, le buche nelle strade, il lampione che non funziona, la mensa scolastica... bisogna tenere insieme queste due dimensioni».
E un modo per «ripopolare le piazze e i luoghi», è quello di valorizzare i “parlamentini” ricostituiti, cioè i consigli di quartiere, «il miglior antidoto per evitare il rischio degrado o la minor cura di alcuni luoghi» ma per farlo bisognerebbe «destinare un budget per gli investimenti di riqualificazione» direttamente al territorio. Tradotto: bella l’iniziativa ma bisognerebbe dare più potere decisionale ai rappresentanti (e un portafogli, magari) per «fare sentire davvero protagonisti castellanze e rioni». Così all’ombra del Sacro Monte. Però per costruire un vero asse con Milano e la sua città metropolitana, è indispensabile rafforzare «infrastrutture viare ma anche immateriali, come i sistemi di ricerca e universitario», perché sbaglia chi pensa si possa costruire «un sistema di alleanze delle piccole città contro Milano». Il passato insegna: bisogna prevenire le mazzate come la perdita della Whirlpool. Chi si isola, muore.
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