ARCIGAY
«Alla “frociaggine” non ho dato peso»
Parla Boschini: dal Papa segnali d’apertura

«Un Papa con luci e ombre». Così Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese, associazione di promozione sociale che si impegna a «creare le condizioni per il benessere, la piena realizzazione e la piena visibilità di ogni persona gay, lesbica, bisessuale, trans e intersessuale combattendo il pregiudizio, le discriminazioni e la violenza in ogni loro forma». «Papa Francesco - afferma Boschini - sicuramente ha dimostrato dei segnali di apertura rispetto a predecessori, ma che era comunque a capo di una Chiesa che si è messa di traverso al ddl Zan e che di conseguenza rema contro i diritti della comunità Lgtbq+».
Se da una parte con la dichiarazione “Fiducia supplicans” del dicastero della Dottrina della Fede, il Papa ha aperto alla benedizione delle coppie dello stesso sesso, sebbene al di fuori di qualsiasi ritualizzazione. Dall’altra non ha esitato a utilizzare il termine «frociaggine» riferito alla presenza di persone omosessuali nei seminari. «Un modo di apostrofare i gay sicuramente offensivo, ma di cui poi si era scusato e a cui non abbiamo dato troppo peso», dice Boschini: «Papa Francesco si è dimostrato progressista, ma rimangono le nostre difficoltà ad avere maggiori diritti, cosa che per noi va ben oltre la terminologia».
Arcigay Varese è una realtà aconfessionale, a differenza ad esempio di altre associazioni che riuniscono omosessuali cattolici, «per cui non ci schieriamo con nessuna fede e rispettiamo il credo di ciascuno», puntualizza Boschini, che riconosce comunque la presenza di una componente cristiano cattolica importante all’interno della comunità Lgtbq+ varesina.
LA SPERANZA E IL CAMBIO DI PASSO
La speranza, dunque, per il futuro, è un cambio di passo. «Del resto, nel nostro Paese attualmente è possibile svolgere delle unioni civili, che però non sono equiparate al matrimonio che unisce due persone eterosessuali», dice Boschini: «Questo nonostante dal 2016 le unioni civili siano legali nel nostro Paese e non abbiano tolto niente a nessuno: anzi, probabilmente hanno dato qualche diritto in più. Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere l’equiparazione dell’unione civile al matrimonio, perché per la nostra associazione è fondamentale che tutti abbiano pari diritti. Bene la benedizione: è un passo avanti. Ma continuiamo a sperare che arriveranno dei cambiamenti più decisi nella chiesa, magari con il prossimo Papa».
Ci sono persone gay che si sentono ferite ad ogni uscita infelice, ad esempio quando si accusa il Pride di essere blasfemo o in aperto contrasto con la Chiesa. «Ci sono confessioni più aperte, come la chiesa Valdese, che ammettono il riconoscimento delle unioni gay. La Chiesa cattolica da questo punto di vista è in ritardo», afferma Boschini, che continua: «Per chi crede in Dio l’approvazione della Chiesa è importante. Ci sono anche a Varese famiglie arcobaleno che fanno battezzare i figli, perché la fede va oltre le regole e le gerarchie. Il Cristianesimo è la religione dell’amore. Escludere qualcuno per qualsiasi motivo dovrebbe essere in contrasto con lo spirito della Chiesa. Su questo tema c’è un forte dibattito, perché sono in tanti, anche all’interno della Chiesa, a ritenere che certe posizioni siano superate. Credo a livello generale, e quindi anche nella Chiesa, non si dovrebbero ostacolare i cambiamenti, ma accompagnarli».
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