LA STORIA
Alunno autistico, interviene Mattarella
Il presidente della Repubblica pone un veto: «A Nicolas pensa il Miur»

Se ne è interessato un paio di anni fa, ascoltando l’appello di papà Raffaele. Ora, visto che a Busto Arsizio la situazione continua a presentare alti e bassi, il presidente della Repubblica è intervenuto di nuovo e ha chiesto al Miur di occuparsi direttamente di Nicolas Gullà: niente più riunioni con l’Ufficio scolastico regionale, con medici e specialisti chiamati in causa dalla famiglia.
A prendere decisioni sull’educazione scolastica e il sostegno offerto a questo ragazzo autistico, che ha compiuto in estate 19 anni, sarà il Ministero. Se ne fa carico direttamente Giovanna Boda, direttore generale per lo Studente, l’integrazione e la partecipazione.
Si comincia oggi, giovedì 18 ottobre, con la convocazione a Roma della preside dell’Ipc Verri Laura Maineri.
«Stiamo prendendo in mano adesso la vicenda, c’è arrivata una comunicazione dal Quirinale - spiega la segreteria di Giovanna Boda -. Non sappiamo come evolverà. Per prima cosa cerchiamo di fare chiarezza e abbiamo rassicurato la famiglia rispetto al futuro di Nicolas. Abbiamo convocato la preside semplicemente per capire quanto è stato fatto finora e per lavorare insieme in cerca di valide soluzioni».
Raffaele Gullà apprezza l’idea di fare quadrato e pensare al bene di suo figlio, per il quale si batte da una vita.
«Ho sempre combattuto - ricorda - per creare attorno a Nicolas una rete, in cui ogni intervento fosse condiviso. Adesso sarà il Miur a pensarci e l’interessamento del presidente Mattarella mi onora e mi commuove: non ci ha mai lasciati soli, si è interessato di noi da quando ci ha ricevuti al Quirinale».
Gullà, però, ha anche dei sassolini da togliersi dalle scarpe...
«Dalle visite degli ispettori inviati in maggio, pare sia emerso che i Pei (Progetti educativi individuali) studiati per Nicolas negli anni scorsi non fossero adeguati. È una valutazione pesante, mi aspetterò delle scuse. Non a me, ma a Nicolas, che ha risentito di tante scelte sbagliate».
Non parliamo solo di quando il ragazzo frequentava l’Enaip, dove era stato inserito in una classe di soli disabili, finendo per perdere i progressi compiuti alle medie inferiori. Anche in seguito, all’Ipc Verri, dopo un progetto speciale studiato apposta per lui, Nicolas ha incontrato difficoltà. E le ha pagate in termini di aggressività, perdendo la tranquillità che per fortuna, dall’inizio di questo nuovo anno scolastico, pare avere riconquistato.
«Lotto da tredici anni e, a volte, mi sento davvero stanco, avrei voglia di gettare la spugna, ma l’interessamento del capo dello Stato mi ha spinto a continuare - spiega papà Raffaele -. Ora vorrei che Nicolas potesse rimanere a scuola per altri due anni: il suo iter prevede che in giugno effettui l’esame di Stato per il corso di servizio di sala, nel campo della ristorazione. Ma non riesce a effettuare l'alternanza scuola-lavoro. Servirebbe un educatore sempre al suo fianco, non potrebbe farcela da solo. Se potesse restare a scuola ancora, per altri due anni potrebbe avere il supporto che gli serve».
Certo, il problema del futuro sarebbe rimandato, ma la scuola spesso sceglie queste opzioni in aiuto alle famiglie.
Adesso, dopo la convocazione della dirigente scolastica, la famiglia attende comunicazioni da Roma: anche Raffaele verrà convocato per raccontare come ha vissuto questi anni. E pare sia in vista una nuova visita al colle più alto.
Adesso Nicolas conta su una insegnante di sostegno e vede garantito un monte ore sufficiente a coprire la giornata intera, anche a domicilio.
«Sapere che i Pei dalle elementari in poi sono risultati sbagliati - dice il padre - sta portando a cercare di recuperare gli errori commessi. Ora spero che Nicolas possa ripetere tre volte un anno. Se lo Stato ha sbagliato, recuperi venendoci incontro ancora, Nicolas è tranquillo, lavora tantissimo e fa progressi. Non chiedo risarcimenti, ma un dialogo costruttivo. Si sono mossi in tanti, si trovi una soluzione che metta d’accordo tutti. Certo, è pazzesco doversi rivolgere al presidente per essere ascoltati!».
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