INQUINAMENTO
Ancora scarichi nel lago di Varese

In questi giorni non costituisce certo una passeggiata attraente il tratto di pista ciclopedonale del lago di Varese all’altezza della roggia Gatto, conosciuta con il termine dialettale “Rungia”, da cui fuoriescono le acque del laghetto di Biandronno.
Superato il trampolino e dirigendosi verso l’attracco per l’isolino, pochi metri e già si è attratti da un odore nauseabondo. Poi l’olfatto trova conferma nella vista: nelle acque escrementi e carta igienica attaccata a piccoli arbusti di salice che emergono in superficie. E non manca una scia di schiuma, «ridotta rispetto a quella della settimana scorsa, quando entrava per 40/50 metri nel lago», spiega il biandronnese Mauro Zanetti.
Sul ponticello, guardando a destra la bocca della roggia, l’acqua trasporta rifiuti organici umani e altro materiale che si deposita sulle pietre circostanti. Questo scarico, insomma, è diventato una fogna a cielo aperto.
C’è inoltre una particolarità: osservando le acque, si nota una quantità rilevante di piccoli pesci che vi trovano abbondante e continuo nutrimento. Se poi ci si spinge, avanzando per circa 200 metri, fino alla località detta “Strencia”, superato il pontile che permette l’attracco, si nota un altro scarico da cui emergono altri residui maleodoranti, ancora carta igienica e addirittura un cellulare. Un altro scarico di fogna.
Mentre si procede a grandi passi verso la tutela e il risanamento del lago, grazie all’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (Aqst) - finanziato dalla Regione che ha stanziato milioni di euro, e che vede la presenza di trenta altri compartecipanti - stridono queste “presenze” che vanno nettamente controcorrente. Da una parte si bonifica, dall’altra si continua a inquinare.
Vale la pena di ricordare il lavoro che si sta svolgendo, nell’ambito dell’Aqst, per monitorare la rete fognaria, come è stato spiegato dall’assessore regionale all’Ambiente e al Clima, Raffaele Cattaneo, il 24 luglio scorso in un incontro pubblico tenuto sul lungolago di Gavirate: il 70% delle tubazioni è stato monitorato ed entro l’anno sarà completato il rilievo topografico.
«Al momento sono in corso approfondimenti per valutare la presenza di scarichi fuori controllo - ha evidenziato l’amministratore - anche se dalle prime valutazioni non sembrano risultare situazioni particolarmente critiche. È un lavoro che sta proseguendo senza sosta e con grande impegno da parte di tutti gli enti coinvolti».
Nel frattempo, ieri, lunedì 16 agosto, l’ufficio tecnico del Comune di Biandronno ha avvisato degli scarichi a lago i tecnici di Alfa, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della provincia. Dopo un’attenta analisi non hanno riscontrato problemi agli sfioratori del collettore. Stanno, quindi, cercando di risalire alle cause degli scarichi.
C’è anche il problema delle piante infestanti per cui la Regione ha concesso un finanziamento.
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