ANNEGATO
«Annaspava in acqua, ho cercato di aiutarlo». Poi la tragedia
Il racconto del connazionale del peruviano annegato nel lago Maggiore, a Verbania

Ha cercato disperatamente di salvare l’amico e connazionale che aveva avuto un malore dopo un tuffo nel lago Maggiore, ma per il trentunenne non c’è stato nulla da fare. Il giovane peruviano, ancora sotto choc, lo ha raccontato ai poliziotti della Questura di Verbania che hanno raccolto la sua testimonianza sulla spiaggia Arena Beach, a pochi metri dal cadavere del suo compatriota, arrivato con lui a Verbania per una domenica di sole e relax, lontano dall’afa del Milanese. La vittima era infatti immigrata in Italia e viveva, con regolare permesso di soggiorno, a Garbagnate Milanese.
LA BOA E IL MALORE
Secondo quanto ha raccontato l’extracomunicario che era con lui, il trentunenne era entrato in acqua - nonostante il divieto di balneazione per inquinamento - per fare un bagno ed era arrivato fino alla boa, a circa 15 metri dalla riva; poi, mentre stava ritornando verso riva, si è sentito male, forse per una congestione, e ha iniziato ad annaspare. L’amico ha cercato di aiutarlo, poi ha capito che da solo non ce l’avrebbe fatta. Si è girato per cercare aiuto, ma nel frattempo il trentunenne era sparito sotto la superficie dell’acqua e non è più riemerso.
IL CORPO RIPORTATO A RIVA
Sul posto sono arrivati i soccorritori. Guardia Costiera, vigili del fuoco, ambulanze del 118 e pattuglie della polizia di Stato. Sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco, arrivati in elicottero, a ritrovare il corpo sott’acqua e riportarlo a riva. Il personale sanitario ha cercato di rianimarlo, ma è stato inutile. Il pubblico ministero di turno non ha disposto l’autopsia sulla salma, poiché la dinamica è risultata subito chiara, anche grazie alle testimonianze dell’amico e di altri bagnanti che hanno assistito alla tragica scena. Il corpo è quindi già stato messo a disposizione dei famigliari, che vivono anche loro nel Milanese e che domenica pomeriggio hanno ricevuto la terribile notizia. In spiaggia è arrivato anche l’assessore comunale Mattia Tacchini.
IL DIVIETO DI BALNEAZIONE
L’amministrazione municipale aveva disposto il divieto di balneazione alla spiaggia davanti al teatro Maggiore, dopo che erano stati riscontrati valori di escherichia coli oltre il doppio del limite consentito. Il divieto era segnalato in modo evidente con transenne e un cartello in quattro lingue. In molti, non solo i due giovani peruviani, lo avrebbero però ignorato nel pomeriggio di afa in cui tutte le spiagge sono state prese d’assalto da persone del posto e da turisti. Un pomeriggio che però ha assunto i contorni della tragedia.
Lo scorso 20 giugno era morta una donna nel vicino lago di Mergozzo, probabilmente anche lei vittima di un malore, dal momento che era una esperta nuotatrice. Era di nazionalità ucraina e aveva 39 anni.
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