ACCUSE RESPINTE
Arconate, assoluzioni per Mantovani
Ex sindaco prosciolto da accusa di autoriciclaggio, restano ipotesi violazioni fiscali

Il suo difensore, l’avvocato Roberto Lassini, ha sempre definito come «più che fantasiose» le accuse formulate dalla Procura di Milano a carico del tre volte sindaco di Arconate Mario Mantovani, a lungo berlusconiano di ferro, con incarichi al governo nazionale e in Regione Lombardia.
Stiamo parlando di una costola dell’indagine principale che è costata all’ex senatore di Forza Italia 40 giorni di carcere, la fine della carriera politica e una condanna in primo grado a cinque anni e sei mesi per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
Un ulteriore filone d’inchiesta al termine del quale il pm milanese Giovanni Polizzi aveva sollecitato il rinvio a giudizio nei confronti dell’imprenditore-politico (e di altri otto indagati tra i quali anche la moglie, Marinella Restelli, difesa dall’avvocato Domenico Aiello; e lo storico contabile dell’esponente politico arconatese Antonio Pisano, assistito dagli avvocati Davide Steccanella e Luca Cordovana) per essersi appropriato indebitamente di 1,3 milioni di euro.
Denaro che sarebbe stato illecitamente sottratto dalle casse delle onlus e delle cooperative fondate dallo stesso Mantovani e a lui sempre riconducibili, per finire nelle casse di una società immobiliare che sarebbe stata controllata da Mantovani attraverso due fiduciarie.
A seguire il teorema accusatorio l’imputato eccellente avrebbe messo assieme quel gruzzolo attraverso un meccanismo di affitti - fittizi - di un appartamento a Milano e di Villa Clerici di Rovellasca a Cuggiono. Di qui il sequestro.
In un primo momento, il pm Polizzi ha contestato a Mantovani (e co-indagati) il peculato. Poi, dopo che la Cassazione ha disposto il dissequestro del denaro sottolineando che il peculato non poteva essere configurato poiché i fondi in questione non erano pubblici, la Procura è passata a contestare la truffa ai danni dello Stato, ma in questo caso il gup ha respinto al mittente causa indeterminatezza del capo d’imputazione.
Altro giro, altra ipotesi di reato: appropriazione indebita. Improcedibile per mancanza di querela. Per arrivare infine all’autoriciclaggio, per la quale il gup Roberto Crepaldi ha emesso sentenza di non luogo a procedere per tutti. «Un raggio di sole dopo tanto accanimento e dopo la precedente assoluzione dal reato di concussione», ha commentato l’avvocato Lassini dopo il proscioglimento.
Lo stesso gup ha invece rinviato a giudizio Mario Mantovani e gli altri imputati per tutta una serie di violazioni fiscali. La prima udienza del processo davanti alla seconda sezione del Tribunale penale di Milano inizierà il 20 settembre. Tre giorni prima prenderà il via il processo d’appello per il filone principale.
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