TESORI DA SALVARE
Il Borgo dipinto vuole la scossa
Grandi aspettative dal tavolo di lavoro sul rilancio dopo gli anni del degrado

I privati si stanno muovendo (a giorni l’inaugurazione di una mostra su Giovanni Battista Piranesi, il maggior incisore italiano del XVIII secolo, alla Sangalleria che riaprirà i battenti dopo un lungo periodo), l’ente pubblico si impegna a farlo entro la fine di settembre. Qualcosa si muove intorno al futuro del Borgo dipinto più famoso d’Italia o, quantomeno, del primo che diede il via alle “gallerie all’aperto”, poi diffuse in altre parti del Bel Paese, alla metà degli anni Cinquanta.
Percorso pieno di entusiasmo agli inizi, con la presenza di grandi nomi dell’arte italiana, poi via via sempre più irto di difficoltà legate al mutamento degli interessi turistici, al degrado degli affreschi murali, alla scarsità di finanziamenti disponibili per la loro manutenzione.
Con l’insediamento delle nuove amministrazioni comunale e provinciale sembra esista un impegno fattivo per rilanciare il complesso storico-artistico valcuviano.
Lo conferma il neosindaco Danilo de Rocchi e, dalla Provincia, lo ribadiscono Alessandro Fagioli e Marco Magrini, consiglieri delegati alla Cultura e al territorio valcuviano.
«L’impegno - assicura Magrini - è di riunire un tavolo di lavoro che veda di fronte Provincia, Comune, Comunità Montana Valli del Verbano ed eventualmente un’associazione di volontariato locale indicata dall’amministrazione comunale, come potrebbe essere la Pro Arcumeggia».
Un primo momento di confronto al quale successivamente potrebbe unirsi Regione Lombardia, che nelle scorse settimane ha offerto la propria disponibilità anche finanziaria per bocca dell’assessore Raffaele Cattaneo.
Il rallentamento dei lavori negli uffici pubblici imposto dalla pausa estiva non sembra aver raffreddato gli animi: il progetto su Arcumeggia, assicurano tutti gli enti interessati, riprenderà nei prossimi giorni, pena la definitiva decadenza di una pagina di storia importante per l’intero Varesotto e non soltanto. I modesti tentativi che sono stati approntati sin qui sia dagli enti pubblici sia dai privati (mostre, manifestazioni, ristoranti, ufficio di accoglienza e quant’altro) per rivitalizzare il borgo anche dal punto di vista sociale sono in sostanza falliti: i residenti si sono ridotti a poche decine e con una età media sempre più elevata, i turisti raggiungono il borgo con minor frequenza, i villeggianti si contano sulle dita di una mano. Serve una “scossa” per ritrovare, in tutti i sensi, la strada per Arcumeggia.
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