L’OPERAZIONE
Armi non denunciate, 24 indagati
Sono il presidente e altri soci del Tiro a segno nazionale di Rho: sono accusati di aver registrato per anni a proprio nome pistole e munizioni appartenute al poligono

Sono 24 le persone indagate dalla polizia per reati di detenzione abusiva di armi e munizionamento, di detenzione abusiva di strumenti atti a modificare la funzionalità di un’arma da fuoco (silenziatori), peculato e mancata denuncia all’autorità di pubblica sicurezza. Gli indagati sono tutti soci del poligono della sezione di Rho del Tiro a segno nazionale, fra cui anche il presidente.
Il presidente del poligono (ente di diritto pubblico), in piena autonomia e senza fornire alcuna delibera del Consiglio direttivo della sezione, era in possesso di armi precedentemente appartenute al poligono e le ha registrate a suo nome.
Le indagini, condotte dal commissariato di Rho-Pero, hanno consentito di riscontrare come, negli ultimi dieci anni e in più circostanze, il presidente avesse registrato a suo favore numerose armi appartenute in precedenza al Poligono di Rho, senza però mai aver prodotto le istanze di cessioni armi e la documentazione di delibera del consiglio direttivo della Sezione del Tiro a Segno di Rho a riprova che quell’arma o quelle armi gli erano state cedute a titolo oneroso o donate. Trattandosi di un numero massiccio di munizionamento e grandissima quantità di polvere da sparo, che avrebbe potuto mettere a rischio la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, gli Agenti della Squadra di Polizia Ammnistrativa del commissariato hanno ritenuto opportuno custodire il materiale esplodente sequestrato, in attesa della distruzione che disporrà l’Autorità Giudiziaria, in un locale idoneo di altissima sicurezza lontano dalla città di Rho.
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