FUORI DA SCUOLA
Arona, gli studenti del “Fermi” incrociano le braccia
Protesta contro il preside dopo la visita del ministro Valditara

Sit-in di protesta e studenti fuori dalla scuola (circa 600 su un totale di circa 1000) all’istituto superiore Enrico Fermi (Liceo Scientifico, Classico, Commerciale): sono le conseguenze e la coda della protesta inscenata lunedì 20 novembre dopo l’arrivo del ministro della pubblica istruzione Giuseppe Valditara e lo scontro tra gli alunni e il preside Giuseppe Amato che aveva “sequestrato” i cartelli che gli studenti volevano mostrare al ministro (cosa che poi hanno fatto alla fine della visita).
Gli alunni hanno protestato per una serie di carenze strutturali della scuola: «Non abbiamo da tempo un’aula magna e una biblioteca perché inagibili, la palestra è fuori uso perché è stato rifatto il parquet, ma non il tetto e quindi finiti i lavori, in caso di pioggia ci pioverà dentro e non possiamo andare nel vicino palasport. Non abbiamo un luogo per effettuare un’assemblea ,negataci da un anno, tanto è vero che il ministro è stato ricevuto nell’androne di ingresso. La scuola didatticamente è valida, ma per molti aspetti è un colabrodo. A pensarla come noi ci sono anche degli insegnanti. Cerchiamo un dialogo con il preside, ma lui si è negato ad ogni colloquio».
A spiegare per tutti la situazione i rappresentanti di istituto Francesco Promiscoli, Matteo Ferrara, Luca Argentin ed Edoardo Vitale. A dare manforte ai ragazzi un comunicato di ex insegnanti e medici in attività e in pensione. In 15, tra cui nomi conosciuti del mondo scolastico locale come l’ex preside Paolo Saporiti e la ex dirigente scolastica Fiorella Alongi, oltre ai maturati del 1973: «Solidarietà agli studenti e biasimo per il dirigente scolastico che ha agito in spregio della libertà di opinione».
Il preside dal canto suo ha replicato che «La protesta non è stata soppressa, volevo solo allontanare i ragazzi dalla porta con i loro cartelli. Infatti li hanno poi esibiti a una distanza maggiore dall’ingresso e il ministro li ha ascoltati e ha parlato con loro». E la polemica è diventata politica con il Pd locale che ha espresso solidarietà agli studenti.
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