IL CASO
Pellet, prime denunce
L’azienda fantasma di Arona e Pombia ha truffato i clienti. Costituito un gruppo Facebook che conta già centinaia di iscritti

Scomparsi nel nulla. Sono già decine, e il loro numero sta velocemente aumentando, le persone che si sono rivolte ai carabinieri temendo di essere state truffate: una preoccupazione che, con il passare delle ore, sta diventando sempre più forte.
Tutte qualche mese fa avevano comprato dei pellet da una ditta che ha sede sia ad Angera sia sulla statale Ticinese a Pombia, ma al momento di ritirare la merce, nei giorni scorsi, hanno avuto una brutta sorpresa: si sono trovati davanti i cancelli chiusi e le vetrine, dove era esposto il materiale, erano malinconicamente deserte.
Nella struttura di Pombia da mercoledì è presente solo un cartello attaccato alla porta: «Ci siamo trasferiti ad Angera».
Ma anche nella località varesina sul lago non c’è nessuna traccia del personale, né tantomeno dei titolari della ditta di pellet. E nessuno risponde ai telefoni. Ecco così che i clienti, consapevoli del rischio di veder andare letteralmente in fumo i propri soldi, hanno iniziato a parlarne sui social network. Il passaggio successivo è stata la presentazione dei primi esposti: alcuni si sono recati dai militari della compagnia di Gallarate, altri hanno sporto denuncia dai loro colleghi del comando di Arona, e una donna residente a Varallo Pombia alla stazione di Castelletto Ticino. Giovedì a Pombia, davanti ai locali della società, una pattuglia del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Arona ha anche raccolto le prime testimonianze di un gruppo di acquirenti rimasti a mani vuote.
Intanto è stato creato un gruppo Facebook denominato “Truffa del pellet Angera/Pombia” che a metà del pomeriggio di sabato aveva già raggiunto i 256 iscritti.
La “ditta fantasma” è sbarcata ad Angera tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Poi, per tutta l’estate, s’è svolta una massiccia campagna pubblicitaria, dai volantini nelle buche delle lettere a spot televisivi, mirata a promuovere la vendita di questo combustibile per stufe e caminetti con sconti particolarmente significativi.
I prezzi erano talmente buoni che hanno suscitato l’interesse di tantissimi lombardi e piemontesi. Non è fuori luogo parlare di centinaia di cittadini. Qualcuno ha versato un acconto, altri anche il saldo. Le cifre si aggirano attorno ai sei-settecento euro a testa. I pagamenti sono avvenuti con bonifici, contanti e carte di credito. Peccato, però, che il pellet non sia mai stato consegnato a chi l’aveva acquistato.
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